È importante avere degli obiettivi di rischio negli investimenti
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Quando si parla di investimenti finanziari la tendenza particolarmente diffusa tra gli investitori è quella di guardare ai rendimenti nel breve termine, spesso senza curarsi di una serie di aspetti determinanti come il profilo di rischio, gli obiettivi e la capacità di reazione all’andamento dei mercati.

Tale atteggiamento è da tempo oggetto di studio della finanza comportamentale, che a dispetto della finanza classica, ha evidenziato l’irrazionalità dell’individuo, ponendo l’accento sui condizionamenti emotivi che spesso incidono sulle scelte d’investimento, avventate, rischiose o peggio, del tutto sbagliate.

Tra le altre cose, la finanza comportamentale spiega due aspetti del comportamento degli investitori che altrimenti sarebbero difficili da interpretare.

Il primo è la riluttanza, per cui gli individui non vedono il potenziale di un investimento diversificato di lungo periodo e prediligono il mantenimento dei i propri risparmi liquidi, non consapevoli che investimento ben diversificato è sempre il più efficiente, anche durante i periodi più turbolenti e volatili dei mercati.

Il secondo è il distacco di comportamento o behaviour gap, ovvero la differenza tra i rendimenti reali ottenuti e i rendimenti che si sarebbero potuti ottenere aderendo ai principi classici della finanza. Diversi studi hanno confermato che l’investitore medio ottiene performance più basse nel lungo periodo rispetto a una semplice strategia di buy & hold (comprare e tenere). Questa differenza costa in media 1-2 punti percentuali o molto più ed è riconducibile soprattutto a errori di ingresso e uscita dall’investimento piuttosto che a costi o fees.

Dati questi due aspetti, costruire un portafoglio è un operazione relativamente semplice, ma spesso gestori e consulenti finanziari si trovano a dover affrontare scelte difficili. Prendere decisioni basate su movimenti di prezzo generate dalle “emozioni” dei mercati, ignorando la volatilità di breve termine, per la costruzione di portafogli con un orizzonte di lungo periodo è una sfida costante con sé stessi. Questo perché una strategia simile va sempre contro quelli che sono gli istinti naturali della folla, alla quale si chiede di mettere da parte forti emozioni contrarie alle proprie scelte.

Da questo deriva quindi l’importanza dell’educazione finanziaria da parte dei consulenti verso gli investitori, per aiutarli a comprendere meglio il panorama finanziario e valutare le varie tipologie d’investimento. È importante, ad esempio, porsi dei vincoli e non tirare i remi in barca quando i mercati affrontano un periodo negativo e la nostra ansia raggiunge i livelli massimi.

Comprare quando i mercati sono negativi e vendere quando sono positivi è sempre la migliore strategia e capire i cicli di mercato aiuta a raggiungere gli obiettivi e costruire piani di investimento efficaci.

È inoltre importante avere degli obiettivi di rischio. Minore è il rischio, migliore sarà il percorso che porterà all’obiettivo. Il rischio infatti è la variabile principale di un investimento e va tarato il più possibile sulla soglia di accettazione soggettiva, definita da una profilazione corretta e oggettiva del proprio profilo di investitore.

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