Farmaceutica: via payback, stop ribasso prezzi e nuova governance. Le 3 sfide del 2023
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Dopo un 2022 che si è chiuso con risultati molto brillanti, la sfida della farmaceutica adesso è confermare la crescita anche per quest’anno. Con investimenti e politiche nazionali ed europee ad hoc per il settore e lavorando sulle criticità, dal payback, al ribasso dei prezzi fino alla nuova governance per la spesa.

Il ruolo dell’export

Il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, spiega che l’incremento del valore della produzione dell’industria farmaceutica nel 2022 dimostra, ancora una volta, che il nostro è un settore strategico per salute, crescita e sicurezza del Paese. Il picco della produzione, dovuto in particolare a diversi prodotti innovativi e di contrasto al Covid, si deve integralmente al traino dell’export che secondo i dati Istat è aumentato del 40%, rispetto al 2021». Tutto questo ha anche determinato «un aumento dell’occupazione di circa il 2%, con molte donne e giovani».

L’aumento dei costi

In questo quadro positivo non mancano le criticità. «Le imprese infatti hanno subito il forte aumento dei costi di tutti i fattori produttivi senza trasferirli sui prezzi». Quelli dei farmaci con prescrizione sono calati dell’1% nel 2022 e questo« ha comportato una significativa riduzione dei margini.La sfida sarà confermare questi risultati nel 2023. Sia per le specificità degli investimenti che hanno guidato la crescita nei mesi scorsi, sia perché tutto dipenderà dalla presenza di politiche attrattive e innovative a livello nazionale ed europeo», dice Cattani.

I nodi da affrontare

Per il settore le questioni da affrontare sono diverse ma il presidente di Farmindustria le sintetizza così: «Innanzitutto via il payback, una tassazione aggiuntiva per le aziende diventato uno strumento di finanziamento pubblico che riduce la loro capacità di investimento». Poi «porte aperte a una nuova governance della spesa, basata sulla effettiva domanda di salute e sul riconoscimento del valore clinico, scientifico ed economico dei farmaci». Infine «stop a continue revisioni al ribasso dei prezzi che rendono le produzioni non più sostenibili». Quanto alle politiche nazionali ed europee le imprese dicono «no a ipotesi di politiche Ue che penalizzino la competitività in Europa rispetto ad Usa e Cina.Il dialogo avviato con il Governo conferma che siamo considerati un settore strategico, lavorando insieme potremo valorizzare ancora le molte eccellenze dell’industria farmaceutica per il bene dell’Italia».

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