Ferreira: «La politica di coesione altrove funziona, in Italia svela i problemi del Paese»
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Uno studio dell’Istat poche settimane fa ha puntato il dito sull’efficacia della politica di coesione in Italia: “Vent’anni di mancata convergenza” delle regioni povere verso la media Ue. Ne abbiamo parlato con Elisa Ferreira, commissaria europea alle Politiche regionali.

Commissaria, che idea si è fatta dell’efficacia della politica di coesione, strumento di redistribuzione della ricchezza tra territori?

L’ottava relazione sulla coesione pubblicata l’anno scorso mostra che le disparità in termini di Pil pro capite nell’Ue sono diminuite negli ultimi vent’anni. Ciò è dovuto in gran parte alla convergenza delle regioni dell’Europa orientale. Nei “vecchi” 15 Stati membri Ue la convergenza economica è stata molto più lenta e ha iniziato a diminuire dall’inizio della crisi finanziaria nel 2009. Molte regioni italiane sono tra quelle che hanno registrato divergenze, una tendenza che emerge anche dal rapporto Istat. È importante notare che tutte le regioni italiane hanno perso terreno rispetto alla media Ue

Questo cosa significa?

Significa che il calo riguarda tutto il Paese, non solo le regioni meridionali. Non possiamo dedurre, perciò, che la politica di coesione ha fallito. Inoltre, la politica di coesione rappresenta, in media, lo 0,3% del Pil annuale dell’Italia. Non è una cifra trascurabile ma dal punto di vista macroeconomico non può rimediare a un periodo prolungato di bassa crescita dovuta a diversi fattori. Da sola la politica di coesione non può guidare lo sviluppo di un’intera regione o di un paese.

Che cosa serve, oltre alle risorse europee?

Gli investimenti nazionali svolgono un ruolo chiave. Ma gli investimenti pubblici in Italia sono diminuiti nel tempo. La quota del Sud sul totale degli investimenti in Italia è scesa dal 38% del 2000 al 33% del 2023. I finanziamenti della politica di coesione compensano solo parzialmente il deficit degli investimenti nazionali

Cos’altro secondo lei non ha funzionato in Italia?

Uno degli aspetti critici da migliorare significativamente nelle politiche di spesa pubblica in Italia, in particolare al Sud, è la capacità dei beneficiari e degli enti intermedi di pianificare gli investimenti, costruire linee progettuali e svolgere procedure di gara. Se non hanno la capacità tecnica, amministrativa e finanziaria per assumersi tale compito, è molto difficile far funzionare la politica. Le amministrazioni centrali hanno un ruolo importante in termini di coordinamento, monitoraggio, rendicontazione e gestione degli strumenti di finanziamento. Ma ciò deve andare di pari passo con l’approccio regionale della politica di coesione e conferire alle autorità regionali e locali il potere di elaborare e attuare strategie di investimento. Questo è il motivo per cui il sostegno della politica di coesione all’Italia nel periodo 2021-2027 contiene un massiccio programma di 1,2 miliardi di euro per lo sviluppo delle capacità amministrative e l’assistenza tecnica che si concentra interamente sui beneficiari e sugli organismi di attuazione nel Sud.

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