Finanza pubblica, fabbisogno e debito
Il difficile governo in banca uic

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Il fabbisogno non coincide con la variazione del debito per effetto principalmente del diverso trattamento riservato alle disponibilità liquide del Tesoro (depositi presso la Banca d’Italia e impieghi della liquidità); il fabbisogno è ottenuto infatti come variazione del debito al netto della variazione delle disponibilità liquide del Tesoro. Il fabbisogno e la variazione del debito differiscono inoltre per i diversi criteri contabili adottati nel computo dei due aggregati statistici. In particolare: a) nel fabbisogno, con l’eccezione dei BOT, le emissioni di titoli sono valutate al “netto ricavo”, mentre nel debito esse sono incluse al valore nominale; b) nel fabbisogno le passività denominate in valuta estera sono convertite al tasso di cambio vigente al momento della regolazione dell’operazione, mentre nel debito la conversione è effettuata al tasso di cambio di fine periodo. Alla formazione del fabbisogno delle Amministrazioni centrali concorrono le transazioni con gli altri enti delle Amministrazioni pubbliche; il fabbisogno delle Amministrazioni locali e degli Enti di previdenza riflette pertanto unicamente necessità di finanziamento aggiuntive rispetto a quelle coperte dai trasferimenti statali.

Il debito delle Amministrazioni pubbliche consiste nell’insieme delle passività finanziarie del settore valutate al valore facciale. Esso è consolidato tra e nei sottosettori, ossia esclude le passività che costituiscono attività, nei medesimi strumenti, di enti appartenenti alle Amministrazioni pubbliche, in linea con la definizione adottata ai fini della Procedura per i disavanzi eccessivi dell’Unione economica e monetaria europea. L’aggregato è calcolato in coerenza con i criteri metodologici definiti nel Regolamento del Consiglio delle Comunità Europee n. 479/2009, sommando le passività finanziarie afferenti alle seguenti categorie: monete e depositi, titoli diversi dalle azioni, prestiti. I prestiti di Istituzioni finanziarie monetarie sono attribuiti al sottosettore delle Amministrazioni pubbliche cui appartiene il debitore effettivo, ossia l’ente che è tenuto al rimborso, e non a quello cui appartiene l’ente che riceve il finanziamento.

La Tavola TCCE0100 fornisce informazioni sulla formazione del fabbisogno delle Amministrazioni centrali, partendo dal saldo di cassa del bilancio dello stato riferito alle partite correnti e a quelle in conto capitale (con l’eccezione, per queste ultime, della variazione delle disponibilità liquide del Tesoro); sono escluse le operazioni relative all’accensione e al rimborso di prestiti. Il saldo di Tesoreria è ottenuto come differenza tra il fabbisogno delle Amministrazioni centrali calcolato dal lato della copertura, con segno invertito, e il saldo di cassa del bilancio dello Stato. Per memoria vengono riportati anche gli incassi da dismissioni mobiliari e altri proventi straordinari.

La tavola TCCE0125 presenta una scomposizione del fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche in base alle fonti di finanziamento utilizzate.

La Tavola TCCE0155 riporta la scomposizione del fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche per sottosettore.

La tavola TCCE0175 illustra, seguendo il medesimo schema di rappresentazione utilizzato per il fabbisogno, la composizione del debito per strumento. Viene evidenziata inoltre la quota del debito complessivo in valuta estera e quella a medio e a lungo termine, con indicazione della componente a tasso variabile.

La tavola TCCE0200 riporta la ripartizione del debito tra i settori detentori (Banca d’Italia; altre Istituzioni finanziarie monetarie residenti; Istituzioni finanziarie residenti; altri residenti; non residenti).

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