Fininvest, sì al trust ma con proroga

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Fininvest chiede a Banca d’Italia una proroga ma al contempo si attiva e avvia la procedura per trasferire a un trust la quota del 20% di Mediolanum. È questo l’esito del consiglio di amministrazione della holding tenuto ieri. Un cda che, ovviamente, non poteva non tenere conto dell’ultima mossa del socio forte Silvio?Berlusconi che, tramite i propri legali, il 7 gennaio ha impugnato il provvedimento della Vigilanza che lo scorso ottobre imponeva al Biscione la vendita della quota eccedente il 9,9% di Mediolanum. In ragione di ciò, il board di Fininvest ha deciso «di dare mandato all’amministratore delegato di richiedere alla Banca d’Italia una proroga del termine di istituzione del trust per un periodo di tempo compatibile con la decisione sull’istanza cautelare avanzata con il ricorso». In altre parole, la finanziaria chiede agli uomini di Ignazio Visco di poter “congelare” la procedura fino a quando non sarà chiaro se il tribunale accoglierà o meno la domanda di sospensiva avanzata dagli avvocati dell’ex premier. Evidentemente, considerati i termini strettissimi, Banca d’Italia dovrà rispondere nel più breve tempo possibile.?Va ricordato, infatti, che entro oggi la holding avrebbe dovuto avviare il processo per la costituzione del trust. Anche per questo e per non dare l’impressione di voler semplicemente tergiversare, Fininvest ha voluto comunque dare un segnale chiaro: già ieri ha imboccato il percorso per il trasferimento del pacchetto?Mediolanum al trust e la successiva valorizzazione della partecipazione nei 30 mesi prescritti.

Non a caso il consiglio ha approvato l’istituzione del trust e ha stabilito che, nel caso di accoglimento della proroga, comunque i 30 mesi per la vendita del pacchetto verranno fatti partire dalla data di ieri. Va ricordato che, perchè il veicolo possa essere considerato realmente operativo e quindi vi si possa trasferire la partecipazione – deve arrivare il sigillo di Banca d’Italia – normalmente servono circa due mesi.
Nel mentre, però, si lavora. E per questo il cda ha stabilito che Fininvest sarà l’unica beneficiaria del trust, la Sirefid, società del gruppo bancario Intesa SanPaolo, è stata nominata quale “trustee”, e la professoressa Marina Brogi è stata indicata quale “guardiano” del trust.
Ossia il Biscione ha predisposto tutto il necessario per dare vita al veicolo che dovrà custodire il pacchetto fino a quando non verrà valorizzato. Ciò, evidentemente per non contravvenire ai dettami dell’organo di vigilanza. All’amministratore delegato, Pasquale Cannatelli, è stato infatti affidato il compito di dare esecuzione alle delibere assunte dal cda.
Tutto ciò, ovviamente, fatto «salvo l’accoglimento dell’istanza cautelare proposta nel ricorso» presentato da Silvio?Berlusconi. Ricorso che chiede l’annullamento del provvedimento di Banca d’Italia. Lo scorso ottobre la vigilanza ha reso noto di aver chiesto a Fininvest di cedere la quota detenuta in?Mediolanum eccedente il 9,9%, ossia circa un 20% della società che fa capo alla famiglia Doris. L’istituto guidato da Ignazio Visco è intervenuto assieme a Ivass facendo leva sugli articoli 24 e 25 del Testo unico bancario. Nell’articolo 19, si precisa che Banca d’Italia è tenuta a valutare la qualità dell’azionista che possiede una quota superiore al 10% in un istituto di credito (Mediolanum ha chiesto nel 2014 di poter operare come banca).?La qualità si misura secondo quanto disposto dall’articolo 25, quello che individua i criteri di onorabilità. In mancanza dei quali si applica l’articolo 24 che permette a Banca d’Italia di stabilire la quota che deve essere alienata. Di qui il provvedimento: Berlusconi, condannato nel processo per i diritti tv Mediaset, ha perso i requisiti di onorabilità (c’è ancora un ricorso sulla sentenza Mediaset alla corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo) e, in quanto controllante indiretto (possiede il 61,21% di Fininvest), deve scontare l’obbligo di alleggerire la propria posizione scendendo dall’attuale 30,1% al 9,9% massimo di Mediolanum.
Un’operazione che, quando realizzata, modificherà l’assetto azionario della partecipata. Già lo scorso ottobre l’intervento di Banca d’Italia ha imposto lo scioglimento del patto tra la famiglia Doris e la Fininvest. Ora potrebbe ridisegnare la mappa dei soci anche se,considerato che la famiglia Doris ha in portafoglio il 40,1% di?Mediolanum, la stabilità della governance è assicurata.

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