Mentre si aspettano con ansia le mosse espansionistiche di Mario Draghi, in Italia è arrivata una nuova doccia fredda per gli istituti bancari sottoposti alla vigilanza europea che potrebbe, nell’immediato, avere effetti opposti. Il Sole 24 Ore ha saputo che da Francoforte è giunta a tutti una lettera in inglese. L’oggetto è Draft Capital Decision. Il messaggio che «sulla base della situazione finanziaria e dei profili di rischio, e prendendo in considerazione i risultati della Supervisory Review e del processo valutativo», la Bce ha deciso di attribuire a ogni singola banca un suo coefficiente patrimoniale minimo da rispettare. E per quasi tutte questo minimo è di gran lunga più alto di quello previsto dagli accordi “Basilea 3”, i quali stabiliscono un floor, o soglia minima, del 7%, indistintamente per tutte le banche.
Queste comunicazioni sono arrivate con una rigida consegna del silenzio. E contattata da Il Sole 24 Ore per conferma, la Bce risposto con un «no comment». Ma Il Sole 24 Ore non solo ha ottenuto la copia di una di queste lettere, tutte firmate da Danièle Nouy, presidente del Supervisory Council della Bce, ma ha saputo che, in media, per le 15 banche italiane vigilate dalla Bce, la soglia è salita di oltre tre punti di percentuale. Quell’aumento, di circa il 50%, ha portato il nuovo floor medio al 10,5 per cento.
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