Fmi: in Italia le tensioni sullo spread pesano sul credito alle imprese

Ancora nessun commento

«L’elevato debito italiano e la larga quota in mano a non residenti» tengono in tensione lo spread dei titoli di Stato, che a sua volta pesa «notevolmente» sulle condizioni a cui vengono concessi prestiti alle imprese: l’Italia deve affrontare le sue «criticità» se vuole contenere i rischi.

 

Il monito arriva da un Working Paper del Fondo monetario internazionale, mentre proprio la difficoltà di accesso al credito per le piccole e medie imprese del Sud Europa è sul tavolo dei consiglieri dalla Banca centrale europea, riuniti stasera e domani per decidere sui tassi (attesi invariati) all’indomani del salvataggio di Cipro e con un occhio sullo stallo politico in Italia. I tecnici del Fondo hanno appena «promosso» lo stato di salute delle banche italiane, pur avvertendo che esistono rischi. Ma come mostra l’andamento dei contratti `credit-default swap´ sulle maggiori banche italiane – avverte il Fmi – lo spread sui titoli pubblici ha un impatto pesante. Servono dunque sforzi «per rafforzare il capitale e svalutare gli attivi» incagliati o in sofferenza: in sostanza, riconoscere le perdite.

A dicembre i prestiti delle banche alle pmi hanno subito un’altra gelata, -5,9%. Una situazione che si ripete in altri Paesi dell’Eurozona in forte recessione come l’Italia, come la Spagna, il Portogallo, per non parlare di Grecia e Cipro. La Bce da mesi ci sta lavorando, perché l’aver portato il tasso di riferimento al minimo record dello 0,75% non si sta traducendo in un calo dei tassi sui prestiti omogeneo. A Francoforte si pensa a un meccanismo che consenta alle banche di accedere a maggiore liquidità fornendo a garanzia anche titoli che `impacchettano´ prestiti alle pmi, anche se c’è chi, come i tedeschi, storce il naso, di fronte al rischio di appesantire il bilancio della banca centrale con carta ad alto rischio. Un’altra ipotesi allo studio, di fronte al `credit crunch´ in atto, è quella di allentare ulteriormente i requisiti (o i margini di garanzia) sui prestiti alle banche, oppure lanciare nuovi maxi-prestiti Ltro come quelli d’inizio 2012. Pochi economisti si aspettano un taglio del tasso principale domani, ma parecchi prevedono che il presidente Mario Draghi possa usare parole – ad esempio sul livello attuale del costo del denaro e sull’andamento della crescita – che aprano a un taglio nei prossimi mesi, forse già a maggio.

 

Al di là delle decisioni operative, il consiglio Bce di domani – a poche ore di distanza da quelli della Banca del Giappone e della Bank of England – sarà per il presidente Mario Draghi il primo dopo il faticoso e criticassimo salvataggio di Cipro ad opera della troika Ue-Fmi-Bce. L’ex governatore di Bankitalia sarà probabilmente chiamato a spiegare la decisione iniziale dell’Eurogruppo, poi revocata, di imporre perdite anche ai depositi bancari sotto i 100.000 euro come contributo al prestito dato alle banche. Dovrà probabilmente rassicurare sul fatto che le modalità di ristrutturazione delle banche cipriote, con forti perdite sui depositi oltre quella soglia, non rappresentano un modello per il futuro, e soprattutto arginare i timori di contagio innescati dal congelamento temporaneo dei conti per evitare fughe di capitali. Dovrà difendere l’unione bancaria, con l’assicurazione sui depositi a fronte dei poteri centralizzati di ristrutturazione «preventiva» delle banche troppo a rischio. E allontanare le ipotesi di contagio che ora si affacciano per Slovenia, Malta, Lussemburgo fino a Spagna e Italia. Roma è ancora in alto mare nella formazione di un esecutivo, che non si sa’ quanto potrà essere stabile e in grado di rilanciare la crescita mantenendo la rotta sui conti pubblici: il «pilota automatico» di cui Draghi aveva parlato un mese fa appare meno affidabile dato il rischio di una manovra correttiva e un’uscita dalla recessione che pare allontanarsi a fine anno o inizio 2014.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Reddit
Tumblr
Telegram
WhatsApp
Print
Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ALTRI ARTICOLI

Ramadan, i musulmani in Italia non sono quanti pensiamo

Nel mondo ci sono circa 2 miliardi (1.968.765.858) di musulmani che festeggeranno per un mese il Ramadan, il periodo di digiuno giornaliero che viene interrotto al tramonto quando ci si riunisce con famigliari e amici per consumare l’unico pasto della giornata. Ogni anno, però, il mese di Ramadan cade in periodi differenti perché il calendario…

Leggi »

Caos balneari per il nuovo obbligo: cosa cambia in spiaggia

Corsa contro il tempo per i balneari che in vista della prossima stagione estiva dovranno far fronte a un nuovo obbligo che mette in seria difficoltà gli stabilimenti. Il decreto 18 del 2023, che regolamenta la qualità dell’acqua destinata al consumo umano, infatti, impone ai lidi di dotarsi entro la stagione calda di docce con…

Leggi »

Welfare aziendale sempre più irrinunciabile e personalizzato. Perfumo: “Serve un salto culturale”

Un tratto distintivo del lavoro in questi tempi è che non può più prescindere dal benessere individuale, del lavoratore. Il concetto di welfare aziendale è ormai entrato profondamente dentro ai meccanismi aziendali anche italiani, nonostante il solito gap che ci allontana dalle statistiche europee. Oggi le aziende sono chiamate a innovarsi costantemente, e a rimotivare…

Leggi »