Fondazione Rosselli: le banche italiane? Troppi sportelli e poca redditività

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IL RAPPORTO – Il sistema bancario italiano è solido, ma la sua rete di sportelli è ancora sovradimensionata. Inoltre, servirebbero azioni incisive per ritrovare redditività, migliorare la struttura dei costi e la qualità del credito, messa a dura prova dalla crisi. E’ la fotografia scattata dal rapporto della Fondazione Rosselli, focalizzata in particolare sulla banca commerciale territoriale, modello distintivo dell’industria bancaria e finanziaria italiana. Guardando alla situazione in tutta Europa, il rapporto evidenzia un calo dei ricavi per effetto dell’andamento del margine di interesse che, nel caso delle banche dei Paesi Piigs, non è stato compensato da un aumento della produttività né da un sufficiente calo dei costi. Il risultato è che in Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna la redditività operativa è scesa allo 0,8% nel 2012, contro l’1,2% dei paesi ‘non Piigs’. Una strada percorribile per ottenere una maggiore produttività, si legge nel rapporto, è quella di ricorrere a fusioni e acquisizioni, un tema che, secondo molti osservatori, potrebbe tornare alla ribalta nel breve-medio periodo dopo l’esito dell’asset quality review e degli stress test della Bce di fine ottobre.

ANCORA TROPPI SPORTELLI IN ITALIA 
– Riguardo alla sfida dell’efficienza, il rapporto approfondisce il tema della rete bancaria e del miglioramento della qualità del credito. Sul primo punto, dopo il boom degli sportelli avvenuta in seguito alla liberalizzazione nel 1990 (+50% nel giro di 20 anni a 34.000 nel 2008) la rete ha iniziato a registrare una riduzione strutturale con l’acuirsi della crisi fino ad una tasso di crescita negativo a partire dal 2008. Particolarmente attive sono state le grandi banche che hanno messo in campo intense campagne di vendita di filiali (-19,4% nel quinquennio 2008-2013) a fronte di una tendenza di lieve crescita per le medie e piccole banche (+7,3%). Su questo fronte il rapporto conclude che, includendo Bancoposta, il sistema italiano risulta tuttora sovradimensionato rispetto ai principali paesi europei con un numero di sportelli attorno a 80 per ogni 100.000 abitanti. Solo la Spagna supera l’Italia per capillarità della rete, con poco meno di 100 sportelli ogni 100.000 abitanti. Alla luce di queste considerazioni, rileva il rapporto, la razionalizzazione degli sportelli bancari dovrà realizzarsi passando da una logica di prossimità geografica con i clienti a un criterio di specializzazione dei servizi offerti in base alle caratteristiche di clienti e di sinergie tra canali fisici e virtuali.

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DOMANDA DI CREDITO 
– Nel biennio 2013-14, per effetto del rafforzamento patrimoniale delle banche italiane e l’abbondante liquidità a basso costo messa a disposizione dalla Bce, il razionamento dell’offerta di credito si è allentato. Tuttavia in un’economia in deflazione e senza investimenti, la domanda di buon credito delle imprese non è ripartita.Non è tuttavia solo un problema italiano. I dati del rapporto, per quanto riguarda il credit crunch alle Pmi, mostrano che anche negli altri Paesi Piigs, ancor più che in Italia, nel triennio agosto 2011-agosto 2014 il credito alle imprese si è drasticamente ridotto: -33% in Spagna e Irlanda, – 22% in Portogallo e -16% in Grecia. Il credito ha invece tenuto nel periodo nei Paesi core dell’eurozona, Francia inclusa. In Italia, secondo i dati Bce, i crediti alle imprese ad agosto 2014 erano pari a 826 miliardi, con un calo del 9% rispetto ai 911 miliardi di tre anni prima.

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