I giornali cartacei vendono sempre meno copie
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Un trend a scendere che sembra inarrestabile, con gli editori che accettano le perdite perché i giornali servono a supportare altre loro iniziative industriali, ma il calo dei lettori fa scendere parallelamente chi investe in pubblicità.
Mediobanca fotografa la situazione dell’editoria italiana. Nel quinquennio 2011-2015 i ricavi aggregati dei nove maggiori gruppi editoriali italiani hanno segnato una flessione del 32,6%, passando dai 5,7 miliardi di euro del 2011 ai 3,9 del 2015 (-4,2% rispetto ai 4,1 miliardi del 2014). In un quinquennio si sono persi 2 miliardi di ricavi, pari a quasi un terzo del fatturato 2011. Le minori vendite hanno ridotto l’occupazione – prosegue il rapporto – che si e’ ridimensionata nel quinquennio del 24,8% coinvolgendo circa 4.600 dipendenti. Una drammatica perdita di copie. Salgono i debiti, scendono gli investimenti.

I principali nove Gruppi editoriali italiani hanno ridotto il fatturato del 32,6% tra il 2011 e il 2015 (-1,8 mld.) e del 4,2% nel 2015-14, fermandosi a segnare vendite per 3,9 € mld. nel 2015. Mondadori il nuovo maggiore player del mercato editoriale italiano.

Nello stesso periodo 2011-15 hanno cumulato perdite nette per 2 mld. Solo Cairo Editore e L’Espresso sono in utile nel quinquennio 2011-15.

Sempre nel 2011-15 hanno ridotto la forza lavoro di oltre 4.500 unità, scendendo a 13.090 dipendenti a fine 2015 (in termini omogenei pari a -24,8%; -2,6% nel 2015-14).

La redditività operativa resta inferiore a quella della manifattura italiana, ma è migliorata rispetto al dato negativo del 2014 (0,1% il MON sul fatturato 2015), soprattutto per la forte azione di contenimento dei costi (- 8,9% nel 2015-14).

Cairo Editore, Itedi e L’Espresso primeggiano per redditività operativa nel 2015; Il Sole 24 ORE e Class in coda.

La struttura finanziaria è solida a livello aggregato (nel 2015 i mezzi propri sono in media 1,5 volte i debiti finanziari), ma molto differenziata fra i singoli Gruppi. Agli estremi nel 2015: Cairo Editore, che non ha debiti finanziari, e RCS che ha un’esposizione finanziaria di oltre 5 volte superiore ai mezzi propri. La liquidità è pari a meno di un terzo dei debiti finanziari. Cairo Editore non ha debiti finanziari e Caltagirone Editore ha una liquidità che ammonta a oltre 4 volte l’esposizione finanziaria.

Gli investimenti si sono più che dimezzati nel periodo 2011-15 (in cinque anni investiti 35 € mld in meno, -55%).

Confronto con Germania-Francia-UK: Italia in coda per contrazione del giro d’affari nel 2015-14 (solo la Germania segna un aumento), davanti alla Francia per redditività operativa (ma dietro a Germania e UK), in coda per solidità finanziaria (Germania davanti a tutti) e per investimenti (UK davanti a tutti).

La diffusione dei quotidiani continua a calare in Italia (-33% nell’ultimo quinquennio e -9% rispetto al 2014), più che in Europa (-23,8% e -4,7%).

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