Corte di Giustizia UE, 30 aprile 2014, causa C-26/13 (leggi la sentenza per esteso)
Con la recente sentenza del 30 aprile 2014 emessa nella causa C-26/13, la Corte di Giustizia UE è intervenuta in una problematica di credito al consumo, precisando che, nonostante le clausole di un contratto – nel caso di specie mutuo ipotecario espresso in valuta estera – tra professionista e consumatore debbano ritenersi abusive, in quanto non scritte, concordate singolarmente, chiare, trasparenti, o anche soltanto comprensibili, se la nullità della postilla inficia l’intero accordo negoziale, il Giudice può sostituirla d’ufficio con una norma suppletiva, ma non può revisionarne e/o integrarne il testo.
Ragion per cui, laddove il carattere abusivo di una particolare clausola travolga l’intero negozio, il Giudice può senz’altro invocare una norma suppletiva interna per scongiurare il pericolo di una nullità totale.