Grenn Media Lab e la responsabilità sociale d’impresa
dia Lab Srl, un appuntamento che ha contribuito a “creare una conoscenza dei vantaggi competitivi dei comportamenti responsabili attuabili dalle imprese.
GREEN MEDIA LAB E LA RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA

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Martedì si è tenuto nella sede milanese di Green Media Lab Srl, un appuntamento che ha contribuito a “creare una conoscenza dei vantaggi competitivi dei comportamenti responsabili attuabili dalle imprese“.

Il talk ha dato modo di confrontarsi con diversi partner sull’incertezza del futuro e ha aperto un dibattito su nuove modalità di creare opportunità di business. Presentato da Anna Favella, attrice e sustainability advocate, il workshop è nato da un progetto messo in atto da Green Media Lab.

Tra gli altri anche l’intervento di Camilla Pandolfi, ceo e co-fondatrice, insieme allo scienziato Stefano Mancuso, di PNAT, società italiana specializzata in innovazioni tecnologiche, durante il quale ha presentato la Fabbrica dell’Aria. Un sistema di purificazione dell’ambiente interno, il cui il primo prototipo in Lombardia si trova proprio nell’headquarter di Green Media Lab, che “permette di assorbire e degradare gli inquinanti atmosferici tipicamente presenti negli edifici e nelle città moderne fino al 98%”.

Matthieu Meneghini, sustainability manager di Green Media Lab, ha inoltre annunciato la Green Advisory Lab, spin off dedicato alla consulenza aziendale sulla sostenibilità.

“Siamo una società particolare e abbiamo deciso di sviluppare un modello di business unico e innovativo nel suo genere. Il nostro ruolo è quello di essere guida di una trasformazione che tocca quasi tutti gli aspetti di una società. Per giungere a tale risultato sviluppiamo sinergie con le realtà specifiche più innovative nel settore, andando a coinvolgere aziende, istituzioni e centri di ricerca, associazioni e istituzioni. Siamo convinti che le aziende saranno il player principale in questa grande sfida epocale, che andrà a definire quello che sarà il futuro delle generazioni che verranno dopo di noi. Le aziende come la nostra hanno il compito e il potere di rigenerare e dare l’esempio”, ha spiegato Meneghini.

L’analisi dello studio Norstat, raccontata dalla research manager Silvia Lavi, è stato un ulteriore focus dell’incontro. È la prima indagine che coinvolge 50.000 connazionaliuomini e donne, con un’età superiore ai 16 anni, appartenenti a tutte le aree geografiche e a diversi settori professionali.

I risultati hanno sottolineato la generale impreparazione sul programma d’azione dell’Agenda 2030 dell’ONU e sui 17 obiettivi di sviluppo sostenibile. Inoltre l’esito ha evidenziato come gli uomini intervistati fossero più consapevoli e sensibili (25,3%) riguardo ai temi rispetto alle donne (21,7%).

Rispetto al tema della sostenibilità è in atto una rivoluzione culturale: i dati evidenziano un’attenzione ed una sensibilità trasversali, seppure con differenze sui diversi segmenti della popolazione, in particolare la Generazione Z, ma lo sviluppo sostenibile riguarda tutti, a partire dalle tematiche ambientali per allargarsi anche a quelle sociali ed economiche”, ha affermato Lavi.

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