Guidi, possibile raddoppio a 5 miliardi per risorse nuova Sabatini

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Le risorse destinate al rinnovo dei processi produttivi delle Pmi attraverso la legge «Nuova Sabatini» potranno raddoppiare fino a 5 miliardi. Lo ha annunciato a Montecitorio il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, nel corso dell’audizioni nelle commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato. Si tratta, ha osservato «di uno degli strumenti che, anche in passato, ha dimostrato una capacità incredibile di rilanciare gli investimenti» . La norma prevede finanziamenti bancari a tasso agevolato (tasso 2-3%) e le domande potranno essere presentate da lunedì prossimo, 31 marzo. «Sono attese – ha detto il ministro – circa 25mila operazioni entro il prossimo novembre, se questa previsione verrà confermata emaneremo un provvedimento per raddoppiare con altri 2,5 miliardi»

Altri 500 milioni per il fondo di garanzia Pmi

Il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese «potrà essere rifinanziato con altri 500 milioni di euro se servirà» ha confermato Guidi spiegando che il «fondo di garanzia per le Pmi é uno strumento potentissimo, l’anno scorso ha assicurato 11 miliardi di credito garantito e le nuove disposizioni del fondo favoriranno un accesso anche per chi era stato penalizzato». Il fondo, ha aggiunto il ministro, «é stato rifinananziato con la legge di Stabilità per 2,2 miliardi di euro: il governo e lo stesso Renzi hanno già annunciato la disponibilità per incrementarlo di altri 500 milioni di euro».

Sulla situazione italiana, Federica Guidi ha poi spiegato che «il recupero è in corso ma è ancora lento e incerto». Il ministro ha ricordato come alla fine del 2013, dopo nove trimestri di flessione, il Pil sia tornato a crescere, e che durante la crisi i consumi sono calati dell’8%, gli investimenti del 25% e il credito alle imprese sia diminuito di 80 miliardi dal novembre 2011. «Sicuramente il treno della ripresa è in arrivo ma tutti noi dobbiamo far sì che si fermi a nostra stazione».

Le 5 priorità del Governo

L’obiettivo dell’azione del ministero dello Sviluppo economico é «restituire centralità all’impresa» ha detto il ministro che ha indicato, in particolare, cinque priorità del Ministero nell’azione di Governo: rilancio degli investimenti privati; sostegno all’accesso al credito e alla capitalizzazione delle imprese; riduzione dei costi energetici in un quadro di sviluppo sostenibile; internazionalizzazione e attrazione degli investimenti esteri e semplificazione amministrativa e burocratica. Su questo punto ha ribadito « c’è bisogno di una grande opera di sburocratizzazione». il ministro ha annunciato una velocizzazione sul fronte decreti: «Quando sono arrivata al ministero dello Sviluppo economico ho trovato 150 decreti attuativi pendenti: vogliamo chiudere celermente questo cantiere».

Task force per l’industrial compact italiano

Ha poi annunciato che «nelle prossime settimane sarà insediata una task force composta da alcune persone, economisti e politologi, per creare un industrial compact italiano e stabilire linee di priorità per creare un ‘industrial compact’ italiano ».

Il Governo conta di emanare entro giugno «il decreto Mise-Mef che estende la garanzia pubblica anche alla emissione di corporate bond sottoscritte da Sgr per conto di forme di credito specializzate». I rapporti tra Governo e Confindustria ha poi aggiunto «sono di rispetto reciproco; abbiamo ruoli diversi in ambiti diversi e i rapporti rispettano questi ruoli e sono di collaborazione».

Calo bollette Pmi entro fine 2015

Sul fronte energia, durante l’audizione, il ministro ha annunciato che il calo delle bollette del 10% a favore delle pmi previsto dal governo Renzi, dovrebbe dispiegare i suoi effetti «entro la fine del 2015». Per il ministro vanno rimosse le resistenze sui gassificatori. «Bisogna trovare il giusto equilibrio con le esigenze territoriali e ambientali, ma non si può sempre scaricare tutto sul fatto che poi gli investimenti non si possono fare: vanno rimosse le resistenze e gli ostacoli alla nostra capacità di rigassificazione, così come al completamento del corridoio Sud attraverso il Tap» . Secondo Guidi é necessario inoltre riformare il titolo V della Costituzione per «riportare a livello centrale alcune competenze sulle infrastrutture energetiche». «La crisi in Ucraina potrebbe mettere a serio rischio il South stream – ha aggiunto – mentre un altro corridoio, il Tap, ha altri problemi legati a qualche resistenza territoriale. L’Italia ha bisogno di un mix di fonti che consenta la sicurezza energetica, vanno rimosse le resistenza e gli ostacoli sulla nostra capacità di rigassificazione e anche il corridoio sud attraverso il Tap».

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