I finanziamenti devono lasciare traccia

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Il contribuente, per difendersi dagli strumenti istruttori del redditometro e dell’accertamento sintetico puro, deve, già nella fase di sostenimento della spesa, porre attenzione al modo in cui paga il fornitore di beni e servizi. Questa attenzione gli consentirà, poi, in fase di contraddittorio con il fisco e, in ultima analisi, in fase contenziosa di dimostrare che la spesa sostenuta è coerente con il reddito dichiarato.
Questa forma di tutela, che potremmo definire preventiva, impone qualche cambiamento delle nostre abitudini. L’italiano è abituato, come dimostrano studi nazionali e internazionali, a pagare i propri fornitori in contanti. Inoltre, in questo periodo di crisi molti giovani sono effettivamente sostenuti economicamente da genitori e nonni con somme e regali che vengono trasferiti con le modalità più variegate. Da questo punto di vista è possibile individuare sia per il privato che per l’imprenditore/professionista dei comportamenti virtuosi che potrebbero aiutare il contribuente a uscire da eventuali contestazioni fiscali.
Un caso abbastanza frequente è quello in cui un bene immobile ovvero un bene mobile registrato sia intestato a una persona, ma colui che lo ha finanziato è un terzo. Si pensi alla casa comprata dal padre al figlio ovvero alla casa intestata, in tutto o in parte, a un soggetto ma spesata dal convivente. In particolare, proprio in riferimento a queste situazioni potrebbe risultare non così facile, specialmente se il finanziamento della casa avviene con trasferimenti periodici al figlio/convivente non in linea sul piano temporale con l’acquisto dell’immobile che si realizza solo molti mesi dopo il trasferimento finanziario. In effetti, in questa fattispecie il fisco potrebbe avere buon gioco a rettificare i redditi in quanto il finanziamento è avvenuto in un tempo anteriore che mal si concilia con l’acquisto dell’immobile. In questa ipotesi sarà meglio che il padre finanzi il figlio o il convivente il compagno direttamente nell’atto notarile di trasferimento della proprietà.
Inoltre, e in situazioni più normali può capitare che per affrontare spese correnti (per esempio pagamento di bollette elettriche o dei canoni di affitto) si chieda a un amico o un parente di pagare per nostro conto. In questi casi la regola da seguire è evitare pagamenti in contanti e, se possibile, di evitare di girare soldi al finanziato. La cosa migliore è fare un bonifico ovvero un ordine permanente di pagamento diretto verso il fornitore del bene o del servizio con indicazione esplicita della causale.
Anche per imprenditori e professionisti gli accertamenti sintetici e gli strumenti di accertamento di massa ovvero le indagini finanziarie possono presentare pericoli proprio sotto il profilo della gestione della spesa. I maggiori problemi per questi soggetti derivano dall’uso promiscuo e confuso delle risorse finanziarie personali e di impresa/professione. In questi casi è importante gestire in modo del tutto separato i conti professionali da quelli privati evitando così situazioni poco documentabili.
Inoltre, un ulteriore problema lo dà la gestione dei rimborsi dei soci. In questo caso, è necessario prevedere meccanismi di rendicontazione interna che siano soddisfacenti per ricostruire i singoli movimenti finanziari scaturiti dalle attività svolte al di fuori della sede e accreditati direttamente al socio.

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