Ad agosto è l’energia in particolare a spingere verso l’alto i prezzi alla produzione. Su base annua il calo è invece confermato e accelera al 12,2%, in questo caso, guardando al dato tendenziale, si tratta della quinta riduzione consecutiva mensile.
Il dato di agosto allontana dunque ancora la fase di stabilizzazione dei prezzi e per la verità, a fianco dell’energia, sono numerosi i settori che rivedono al rialzo i listini rispetto al mese precedente. Capita ad esempio ad alimentari, tessile-moda, chimica, farmaceutica e macchinari.
Se su base annua il confronto registrato dall’Istat è più favorevole (-12,2%), lo si deve quasi esclusivamente ai prezzi dell’energia, che in media cede 40 punti. Altrove invece gli effetti di trascinamento del caro-gas ed energia elettrica sulle imprese sono ancora ben visibili, con listini più alti per numerosi settori manifatturieri.
La speranza è che comunque in media nel 2023 sia possibile invertire il trend dopo due anni fuori controllo, in cui i listini industriali sono lievitati rispettivamente del 10,8 e del 34,4%.
Frenata su base annua che coinvolge anche altri paesi a partire dalla Germania, che vede una riduzione del 12,6%, anche in questo caso accelerata in particolare per effetto dei listini ridotti dell’energia rispetto a quanto accadeva nel 2022.