Il neo protezionismo
mondiale

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I Grandi della Terra temono ora la globalizzazione commerciale  e si difendono col protezionismo

Equità commerciale con concorrenza libera: il binomio su cui si fonda la politica commerciale dell’Europa dei Ventotto, all’insegna di un neo protezionismo.

Il Parlamento Europeo a giugno scorso ha ribadito la propria linea di difesa commerciale. Sono state rafforzate misure atte a difendere il vecchio Continente dalle distorsioni della globalizzazione negli interscambi con i Paesi terzi. E’ la Cina l’osservato speciale verso il quale, in modo particolare si guarda con attenzione.

Anche l’”europeismo” del presidente francese Emmanuel Macron è orientato decisamente in questa direzione, soprattutto sostenendo il commercio del suo Paese.

Tra le proposte comunitarie ci sono dazi anti-dumping temendo la possibile concorrenza sleale di Pechino. I criteri adottati mirano dunque a monitorare l’allocazione delle risorse, le norme in materia fallimentare, di brevetti e di proprietà.

Rivoluzionario è il concetto introdotto che l’onere della prova circa le concrete distorsioni della concorrenza. Non graverà sulle imprese europee, ma sulla società esportatrice. Finalmente sembra che in tema di concorrenza il Parlamento europeo mostri un fronte comune che rafforzi la forte posizione negoziale del Continente.

Anche il G20 di luglio ha ribadito gli stessi principi protezionistici. E’ un dato di fatto però che alle dichiarazioni non sempre seguono fatti e contratti coerenti.

Alla fine l’Europa ha varato complessivamente 41 dazi commerciali punitivi, dei quali 18 interessano la Cina, accusata di dumping dei prezzi.

I dati Istat del commercio

Il panorama commerciale italiano è particolarmente interessato all’ esportazione.  Si osserva che  l’export italiano verso i Paesi extra-Ue è in corsa. Secondo l’Istat, infatti, il bilancio di metà anno ne vede l’ aumento al 9.1% rispetto alo stesso semestre del 2016. A giugno il saldo italiano del commercio estero extra europeo ha chiuso con un attivo di 8,2 miliardi € in più rispetto allo stesso periodo del 2016. Le esportazioni verso Cina (+32,9%), Russia (+26,8%), Stati Uniti (+12,4%). Tuttavia anche l’import è in crescita (+12%).

Intanto gli Usa di Trump propongono  dazi verso i prodotti europei a difesa di produzione e occupazione nazionale.

Insomma tutti contro tutti in un panorama di neo protezionismo crescente e diffuso.

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