Il numero uno di Amazon Jeff Bezos accusa la proprietà del tabloid National Enquirer di ricatto ed estorsione

Ancora nessun commento

Amazon jeff bezosBezos e la moglie MacKenzie hanno annunciato il divorzioil mese scorso, dopo 25 anni di matrimonio e dopo un periodo di separazione. A meno di non affermare pubblicamente che lo scoop sulla sua relazione extraconiugale, lanciato dalla testata di gossip, non nascondesse motivazioni politiche.

Il National Enquirer l’ha minacciato di pubblicare le foto che lo ritraggono nudo, insieme a Lauren Sanchez.

Ami avrebbe chiesto a Bezos di negare ogni motivazione politica dietro la pubblicazione da parte del National Enquirer della sua relazione con la Sanchez. “All’epoca, il signor Pecker si occupava di affari e cercava finanziamenti”, rivela Bezos. “Se nella mia posizione non sono in grado di reagire a questo tipo di estorsione, chi altro puo’ farlo?”, osserva Bezos, spiegando che l’editore dell’Enquirer ha acconsentito a mettere tutto per iscritto giudicando la sua proposta non rifiutabile. Ma lui non ha ceduto: “Invece di capitolare per estorsione e ricatto ho deciso di pubblicare esattamente quello che mi hanno mandato, nonostante i costi personali e l’imbarazzo che minacciano”. Dunque l’affondo diretto a Trump. E di fatto, per la prima volta, puntando il dito direttamente verso Donald Trump: “La mia proprietà del Washington Post è una cosa molto complicata”. È inevitabile – scrive il ceo di Amazon – che certe persone potenti che sono oggetto della copertura del giornale pensino che io sono un loro nemico.

Nel testo, Bezos ha preso di mira non solo la passata cooperazione tra la Ami e il tycoon, ma anche le note connessioni tra il gruppo editoriale e il governo dell’Arabia Saudita, nel mirino per l’assassinio del giornalista Jamal Khashoggi, editorialista del Washington Post, un episodio su cui il giornale conduce indagini senza sosta per arrivare alla verità: “Naturalmente non voglio che foto personali vengano pubblicate, ma non voglio nemmeno partecipare alla loro ben nota pratica di ricatti, favori politici, attacchi politici e corruzione”, ha scritto ancora Bezos, spiegando che per quanto sia complicato possedere un giornale come il Washington Post non si pente affatto dell’investimento in una “istituzione fondamentale che ha una missione fondamentale”. “E il presidente Trump è una di queste persone, come appare ovvio dai suoi tanti tweet”.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Reddit
Tumblr
Telegram
WhatsApp
Print
Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ALTRI ARTICOLI