Il nuovo Buono del Tesoro Poliennale Italia avrà durata 8 anni con scadenza in data 28 giugno 2030
Il ministero del Tesoro comunicherà oggi pomeriggio la cedola minima garantita del nuovo Buono del tesoro poliennale.
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Il ministero del Tesoro comunicherà oggi pomeriggio la cedola minima garantita del nuovo Buono del tesoro poliennale.

Una volta fissata la cedola minima garantita dal Tesoro, essa potrà essere confermata o alzata al termine del collocamento.

Possiamo valutare la cedola minima teorica sin da ora, osservando i prezzi dei BTP sul mercato alla sera del 16 giugno alle ore 15.30 sul MOT, e decidere se l’offerta vera – una volta comunicata – sarà allettante o meno.

Oggi il BTP Italia 0.65% 10/2027 offre un rendimento “supersecco”, cioè senza inflazione, dell’1,15% lordo al prezzo di 97.40 centesimi. Un BTP “plain vanilla” senza inflazione, ma di pari durata, è il BTP 0.95% 09/2027 che al prezzo di 89.55 centesimi rende un 3.15% lordo. L’inflazione quinquennale implicita nel BTP Italia 2027 è quindi 3.15% – 1,15%=2%, perché due titoli che giacciono nello stesso tratto della Yield Curve di uno stesso emittente devono avere rendimento uguale allo stesso momento.

Ipotizziamo, con una forzatura, che il mercato abbia la stessa stima al 2% dell’inflazione media annua italiana nell’arco di 8 anni. Per calcolare la BreakEven Inflation (quella implicita) al 2030, potremmo usare un altro BTP inflation linkedcome il BTP 0.40% 15/05/2030, ma non sarebbe esatto perché quest’ultimo è agganciato alla inflazione europea e non italiana, e perché ha un meccanismo di indicizzazione diverso.

Ora osserviamo che il BTP classico 0.95% 1/08/2030 al prezzo di 81.30 rende un 3.65% lordo a scadenza .
Sottraendo: 3,65% – 2% inflaz. attesa =1,65%, avremo il livello di coupon teorico“conveniente” per il nuovo Btp Italia 28/6/2030, con prezzo di sottoscrizione a 100.

Al di sotto di 1,65% mi conviene comprare il BTP Italia 0.65% 2027 già presente sul mercato. Al di sopra della cedola minima di 1,65% conviene comprare il nuovo BTP in sottoscrizione sul mercato primario al prezzo di 100.

Non abbiamo calcolato il premio di fedeltà dell’1% per chi lo detiene fino a scadenza, che vale un plus di rendimento “per annum” di 1% / 8 anni = 0.125% e semplicemente perché non è detto che il risparmiatore lo deterrà fino alla scadenza senza mai venderlo sul mercato secondario.

Se volessimo aggiungere anche il calcolo del premio di fedeltà, arriviamo a un rendimento minimo garantito senza inflazione di 1.65 + 0.125 = 1.875%.
Se ipotizziamo come attendibile la stima del 2% di inflazione media annua dal 2022 al 2030, il rendimento complessivo lordo per il “cassettista” fedele fino alla fine potrebbe essere quindi di 1.875% +2% = 3.875% contro un BTP 0.95% 2030 che ora rende un 3.65%.

È sempre opportuno – a patto che paghi bene con una bella cedola minima garantita – avere nel proprio portafoglio un titolo agganciato all’inflazione italiana. Soprattutto per i prossimi 18 -24 mesi, ci si aspetta un indice di inflazione al di sotto del 6.9% (ultimo dato di maggio), ma comunque ben al di sopra dell’1% che abbiamo vissuto nel 2019, prima della pandemia. Nel 2020 poi abbiamo anche assistito a episodi di deflazione durante la crisi economica innescata dalle chiusure per il Covid-19.

Tra i rischi, per coloro che dovessero disinvestire prima della scadenza, vanno considerate le oscillazioni violente dei tassi nominali all’insù che possono nuocere al prezzo di mercato durante la vita del titolo, oppure – a parità di rendimenti vigenti nell’ Eurozona – potremmo assistere a un deterioramento del rating della Repubblica Italiana, che porterebbe comunque nocumento al prezzo di mercato del titolo in questione. Basta guardare l’andamento erratico del prezzo di mercato dell’ultimo BTP Italia 0,65% ottobre 2027 nella tabella Bloomberg, per farsi una idea del rischio a 8 anni per chi compra titoli di Stato italiani.

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