Interporto servizi cargo fermerà i treni a partire dal 1° gennaio 2023Interporto servizi cargo
Una notizia scuote il mondo della logistica e del trasporto merci: Interporto servizi cargo, impresa ferroviaria privata nata nel 2009 e di proprietà al 100% dell’Interporto Campano di Nola, fermerà i treni a partire dal 1° gennaio 2023.
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Una notizia scuote il mondo della logistica e del trasporto merci: Interporto servizi cargo, impresa ferroviaria privata nata nel 2009 e di proprietà al 100% dell’Interporto Campano di Nola, fermerà i treni a partire dal 1° gennaio 2023. Isc è specializzata nei trasporti ferroviari terminal to terminal in Italia e all’estero. Resta da chiarire se si tratta di una sospensione temporanea del servizio, in attesa di sottoscrivere un’alleanza con un partner di peso che garantisca la prosecuzione dell’attività, oppure se Isc cesserà definitivamente le operazioni. In questo caso, verrebbe a mancare un protagonista della liberalizzazione del trasporto ferroviario merci in Italia. La compagnia impiega un centinaio di lavoratori, tra personale di staff e macchinisti.

Nel 2021, Isc ha movimentato 2.620 treni, trasportando qualsiasi tipologia di merce e collegando Nola con i grandi interporti del Nord: Orbassano (Piemonte), Segrate (Lombardia), Verona-Quadrante Europa (Veneto), Interporto Bologna (Emilia Romagna). Sono previsti collegamenti giornalieri anche tra Nola Interporto e Giovinazzo (Bari). In una lettera inviata alla clientela, di cui Il Sole 24 Ore è entrato in possesso, la compagnia spiega che «in ragione della concomitanza di cause, sia attinenti alla società, sia al contesto in cui essa opera, si è trovata in una situazione di tensione finanziaria». I clienti della compagnia ferroviaria campana sono autotrasportatori, operatori logistici, compagnie marittime e spedizionieri. Al fine di perseguire al meglio il risanamento di tale squilibrio e la prosecuzione delle proprie attività, lo scorso 22 giugno Interporto servizi cargo aveva presentato istanza di accesso alla nuova procedura di composizione negoziata delle crisi d’impresa.

Poi, il passaggio cruciale della lettera: «Nell’ambito di tale procedura, dopo mesi di intenso lavoro, a causa dell’inaspettata quanto recente mancata stipula di un accordo di partnership con un primario operatore del mercato, ci vediamo costretti, nostro malgrado, a prendere in considerazione una diversa ipotesi di intervento. In ragione degli eventi – prosegue la lettera – comunichiamo che la compagnia è in grado di garantire la propria operatività fino al 31 dicembre 2022». Al fine di salvaguardare la continuità aziendale e i rapporti commerciali con la clientela, Isc sta comunque valutando ipotesi alternative, che consentano di assicurare il servizio anche dopo la data indicata. La vicenda, quindi, è tutta in divenire.

Colpisce anche la coincidenza degli eventi: Isc è costretta a fermarsi qualche giorno dopo la scomparsa di Giuseppe Sciarrone, tra i fondatori di Italo (alta velocità ferroviaria), nonché primo amministratore delegato di Ntv. Nel 2015 Sciarrone, un convinto sostenitore della liberalizzazione ferroviaria, aveva assunto la carica di amministratore delegato di Isc, che all’epoca aveva appena completato la fase di start up e puntava a consolidare la sua crescita nel mercato ferroviario merci. E proprio in veste di capo azienda di Interporto servizi cargo, in un’intervista al Sole 24 Ore, Sciarrone aveva lanciato l’idea di utilizzare la rete ad alta velocità non solo per il trasporto passeggeri, ma anche per il cargo (con i treni merci effettuati nelle ore notturne per non intralciare i convogli Frecciarossa e Italo). Un progetto al quale stava lavorando anche Interporto servizi cargo, ma che al momento non ha ancora visto la luce.

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