Totale delle masse amministrate a € 186,4 miliardi (€ 188,9 miliardi al 31 dicembre 2015, -1%)
Raccolta netta totale pari a € 1,9 miliardi (€ 2,1 miliardi nel primo trimestre 2015, -12%)
Numero complessivo di private banker a 5.861, in aumento di 15 unità rispetto al 31 dicembre 2015
Commissioni nette crescono a € 384 milioni (€ 364 milioni nel primo trimestre 2015, +
5%)
Spese di funzionamento pari a € 128 milioni, sostanzialmente in linea (+2%) con il primo trimestre 2015
Cost/Income ratio migliora ulteriormente e scende al 29% (30% nel primo trimestre
2015)
Utile netto consolidato sale a € 213 milioni (€ 200 milioni nel primo trimestre 2015, + 7%)
Grande solidità patrimoniale, ampiamente al di sopra dei requisiti normativi: Common Equity Tier 1 ratio al 17,7%
Per una migliore comprensione dei numeri, ricordiamo che a giugno 2015 il Gruppo Fideuram –
Intesa Sanpaolo Private Banking è stato protagonista di importanti operazioni societarie2.
Al 31 marzo 2016 le masse amministrate dal Gruppo Fideuram – Intesa Sanpaolo Private
Banking erano pari a € 186,4 miliardi, in flessione di € 2,5 miliardi (-1%) rispetto al 31 dicembre
2015. Tale dinamica è il risultato della contrazione legata alla performance negativa dei mercati finanziari (-€ 4,4 miliardi), parzialmente compensata dal favorevole andamento della raccolta netta (+€ 1,9 miliardi). L’analisi per aggregati evidenzia come la componente di risparmio gestito, pari a € 129,2 miliardi, rappresenti circa il 70% delle masse amministrate.
A fine marzo 2016 le masse amministrate in regime di consulenza a pagamento3
ammontavano a € 31,5 miliardi, pari al 17% delle masse totali.
Nel primo trimestre 2016 l’attività commerciale ha registrato una raccolta netta di € 1,9 miliardi, in diminuzione di € 0,2 miliardi (-12%) rispetto all’analogo periodo del 2015. I primi tre mesi dell’esercizio, caratterizzati da un’elevata volatilità dei mercati, hanno mostrato un mix di raccolta decisamente più conservativo rispetto al primo trimestre del 2015, con la componente di risparmio gestito che ha registrato un contenuto deflusso (-€ 0,3 miliardi) a fronte di una significativa performance positiva della componente di risparmio amministrato (€ 2,2 miliardi). All’interno della raccolta netta gestita, il segno negativo registrato da fondi comuni (-€ 1,1 miliardi) e, in piccola parte, dalle gestioni patrimoniali (-€ 0,1 miliardi), è stato in gran parte compensato dalla performance positiva registrata dal comparto delle assicurazioni vita (€ 0,9 miliardi).
Al 31 marzo 2016 il numero complessivo dei private banker delle Reti si è attestato a 5.861 (+15 unità rispetto al 31 dicembre 2015), con un portafoglio medio pro-capite pari a circa € 32 milioni.
L’analisi dei principali aggregati del Conto Economico evidenzia che nel primo trimestre dell’esercizio le commissioni nette sono risultate pari a € 384 milioni, in aumento (+5%) rispetto al saldo di € 364 milioni del primo trimestre 2015. Le commissioni nette ricorrenti, componente principale del margine commissionale, sono risultate pari a € 335 milioni, in crescita del 4% rispetto all’analogo trimestre del 2015 nonostante la performance negativa dei mercati finanziari. Tale andamento riflette un livello di masse medie di risparmio gestito leggermente più alto rispetto al primo trimestre del 2015.
Le spese di funzionamento, pari a € 128milioni, hanno mostrato un contenuto incremento (+2%)
rispetto al corrispondente periodo dell’anno scorso (€ 126 milioni). L’analisi di dettaglio evidenzia che l’aumento è interamente dovuto a maggiori spese del personale legate al rafforzamento quantitativo e qualitativo dell’organico (+61 risorse). Le altre spese amministrative, invece, sono risultate esattamente in linea con il saldo del corrispondente periodo dell’anno scorso.
Il Cost/Income Ratio è risultato pari al 29%, in miglioramento rispetto al 30% registrato nei primi
tre mesi dell’esercizio 2015.
L’utile netto consolidato si è attestato € 213 milioni, in crescita di € 13 milioni (+7%) rispetto al primo trimestre del 2015.
I coefficienti patrimoniali consolidati di Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking, calcolati in base alle regole di Basilea 3, si confermano ampiamente al di sopra dei livelli minimi richiesti dalla normativa. In particolare, al 31 marzo 2016 il Common Equity Tier 1 è risultato pari al 17,7%.
aolo Molesini, Amministratore Delegato e Direttore Generale della società, ha dichiarato: “I isultati di questa trimestrale dimostrano la forza combinata delle nostre reti di consulenti e banker. Continuiamo a raccogliere a ritmo sostenuto, ed il nostro focus rimane saldamente il risparmio estito. Pur in un contesto di marcata volatilità, riusciamo ad incrementare il valore che generiamo in modo sano, robusto e sostenibile nel tempo. Lo dimostra l’utile netto in crescita, frutto di un ettito commissionale poco esposto all’andamento dei mercati e di una eccellente gestione inanziaria. L’azienda è animata da una forte progettualità per continuare ad aumentare, nei rossimi mesi, il livello di innovazione e di qualità del servizio alla clientela”.