Intesa Sanpaolo, voci sull’uscita di Cucchiani Gros-Pietro: «Nessuna fusione con Mps»

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Enrico Cucchiani pronto a lasciare la guida di Intesa Sanpaolo? Le voci circolate negli ultimi due giorni, e diventate più insistenti nelle ultime ore. Nella tarda serata di mercoledì la banca, ha smentito che il consigliere delegato, a New York per impegni di lavoro, avesse già annunciato l’intenzione di dimettersi a seguito dei contrasti maturati con il presidente del consiglio di sorveglianza Giovanni Bazoli e i principali azionisti. Piazza Affari, in affanno sulla crisi politica e già indebolita dai ribassi generalizzati degli istituti di credito, registra le turbolenze al vertice della prima banca italiana con un ribasso del 3% del titolo nel pomeriggio, dopo la flessione dell’ 1’,7% già accusata alla vigilia. Incertezza e vendite rischiano di protrarsi fino a martedì 1 ottobre quando sono convocati i consigli di sorveglianza e gestione. A meno che una soluzione venga trovata prima: contatti sono in corso tra i soci stabili e il presidente.

 

Le vendite sul titolo in Borsa sono state attribuite anche ai rumor, smentiti, di un intervento della superbanca in Mps. «Le indiscrezioni apparse su agenzie di stampa relative a una qualsiasi forma di aggregazione tra Intesa Sanpaolo e Banca Monte dei Paschi di Siena sono completamente destituite di fondamento», ha affermato il presidente del consiglio di gestione Gian Maria Gros-Pietro.
Nel pomeriggio di mercoledì era toccato ancora una volta a Giuseppe Guzzetti abbassare il volume dei rumor fatti rimbalzare anche da Londra: «Non mi risultano tensioni al vertice della banca». Per la seconda volta in due giorni il presidente della Cariplo, azionista influente di Intesa, è stato costretto a intervenire sulla questione dell’ insoddisfazione dei soci per l’operato del manager chiamato da Allianz nel novembre 2011 a sostituire Corrado Passera, entrato a sua volta da ministro nel governo tecnico di Monti.
Cucchiani è stato riconfermato solo lo scorso aprile incassando, alla vigilia dell’assemblea che ha rinnovato il consiglio di sorveglianza, il «plauso» delle Fondazioni azioniste. In un comunicato congiunto, lo stesso Guzzetti e Sergio Chiamparino, il presidente della Compagnia di San Paolo, primo azionista di Intesa, avevano incoraggiato il lavoro di «tutto il management e del Ceo». In pochi mesi, però, il passo è cambiato, le partite della banca – da Rcs a Telecom, alla Tassara di Romain Zaleski – si sono fatte sempre più impegnative lasciando emergere tensioni e visioni diverse.

Nella giornata di martedì sono stati prima il sito «Dagospia» e poi l’edizione online del «Ft» a riportare il deterioramento del clima interno con le ipotesi di accelerazione del piano di successione. La guida della superbanca, secondo queste indiscrezioni, potrebbe essere affidata al direttore generale vicario, responsabile della Banca dei territori, Carlo Messina. Sul web il «Financial Times» ha raccontato di un Cucchiani in trincea. Non è un mistero che in più occasioni siano emersi contrasti tra il consigliere delegato e la prima linea. Uno dei passaggi che il mercato considera centrale è la riorganizzazione che ha previsto proprio per Messina un ruolo più centrale nella banca.

Una visita di Bazoli e del presidente del consiglio di gestione, Gian Maria Gros-Pietro, al governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha alimentato l’idea di un imminente cambio al vertice. L’incontro, in calendario da tempo nell’ambito dei colloqui periodici del governatore con i banchieri, avrebbe riguardato i temi della governance e dell’Unione bancaria.

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