51mila inoccupati in meno rispetto al mese di aprile e il 37% dei giovani è senza un lavoro. Sono questi i dati allarmanti registrati dall’Istat.
Sembrava l’avessimo scampata, e invece no. Dopo quasi otto mesi di stabilità e di dati confortanti, almeno sul fronte del lavoro e dell’occupazione giovanile, il tasso degli occupati italiani torna a calare – e considerevolmente. Dopo un aprile entusiasmante, stabile e positivo, maggio si trasforma improvvisamente in un report di brutte notizie. Son ben 51mila gli occupati di aprile non più occupati a maggio. Un dato che si aggiunge ad uno non meno preoccupante sul piano previdenziale e contrattuale: aumentano, infatti, gli over 50 e i contratti a tempo determinato, diminuiscono i lavoratori indipendenti.
Un 11,3% che torna a far riflettere. E se il tasso di disoccupazione è aumentato, a scendere è soprattutto il numero dei lavoratori under 35, con quel 37% di giovani senza un impiego. Tuttavia, gli economisti accennano una previsione confortante, pronosticando un calo della disoccupazione sotto l’11% – anche se non prima dell’anno prossimo – e rassicurando sul quadro generale dell’occupazione (in rapporto all’intero anno), che resta comunque positivo. Tra il mese di marzo e il mese di maggio agli occupati dei mesi precedenti se ne sono aggiunti ben 65mila e si sono registrati 90mila disoccupati in meno. Dati che tendono a confortare, ma che restano comunque incerti e soggetti a repentini cambiamenti.
Ad allarmare sono i dati italiani rispetto a quelli del resto d’Europa. Se il tasso di disoccupazione nell’Eurozona ha subito un calo rispetto al mese precedente, in Italia si è registrato un picco inverso che ha inevitabilmente posizionato il Belpaese al terzo posto – dopo Grecia e Spagna – nella classifica dei Paesi con il più alto tasso di disoccupazione giovanile. L’unico dato che tende a crescere riguarda quello degli inattivi, ovvero di coloro che un impiego non lo cercano affatto. L’Istat registra un dato incoraggiante: tende a ridursi il numero delle persone che non cercano un impiego, soprattutto per quanto riguarda i giovani tra i 24 e i 34 anni. Ma, se da una parte il dato rinfranca politici ed economisti, dall’altra ricorda il tentativo disperato dei giovani di crearsi un futuro in Italia. Quasi a voler sottolineare che la speranza, almeno quella, non accenna ad arrestarsi.