In Italia oggi ci sono ben 115 startup attive nel fintech
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Nel 2015 le nuove iniziative imprenditoriali italiane attive nel fintech hanno ottenuto da fondi venture capital e business angel risorse per 33,6 milioni di euro, molti di più dei 7,5 milioni incassati nel 2014.

I numeri sono stati snocciolati venerdì 6 maggio da Roberto Ferrari, direttore generale di CheBanca!, in occasione della presentazione dei CheBanca! Italian Fintech Awards, nell’ambito del FintechStage che si è tenuto la scorsa settimana al Talent Garden Calabiana di Milano. Il 16% delle baby aziende è impegnato in servizi bancari, il 12% sui pagamenti, il 9% si occupa di e-commerce, e il 4% si concentra sulla sicurezza.

Da un punto di vista geografico le startup fintech sono concentrate in Nord Italia, soprattutto in Lombardia (42), seguita dall’Emilia Romagna (13) e dal Piemonte (7). Segue il Sud Italia, con il 12% delle startup principalmente in Campania (7). Chiude il Centro Italia, con l’11% delle startup, prevalentemente nel Lazio dove ce ne sono 12.

Infine, quasi metà di delle startup fintech (45%) si occupa di crowdfunding. Sotto questo concetto vanno incluse tutte le forme di raccolta di denaro dal pubblico (crowd), quindi anche quelle di pura donazione, oltre che quelle cosiddette reward-based, cioè che prevedono la fornitura di un bene o servizio in cambio del denaro versato, e oltre a quelle di raccolta di capitale di rischio (equity crowdfunding).
Nello spaccato dei settori fornito dall’indagine non si fa però riferimento alle piattaforme di lending o di altre forme di finanziamento, che sono a metà strada tra i servizi finanziari alle imprese, ma se si ritagliasse un sottoinsieme di tutte le startup fintech che in qualche modo offrono capitale di rischio o di debito a privati o a imprese l’elenco inizierebbe a essere nutrito.

Il database di BeBeez conta 28 startup fintech di questo tipo, di cui 16 attive nell’equity crowdfunding, quattro nei prestiti tra privati (Smartika, Prestiamoci, Younited Credit e Soisy) e una nei prestiti da privati a imprese (Borsa del Credito).

C’è poi una società specializzata nell’intermediazione online di fatture (Workinvoice) e una (Insta Partners) che, una volta ottenuta l’autorizzazione di Banca d’Italia a operare come intermediario finanziario ex. art. 106 da parte di Banca d’Italia, potrà comprare lei stessa fatture, forte di un capitale di 8 milioni, che in prospettiva potrà fare da volano di operazioni di cartolarizzazione, che coinvolgeranno quindi a regime gli investitori istituzionali.

A vincere gli awards di CheBanca venerdì 7 maggio sono state OvalMoney e Exrade. Micropagamenti p2p e ecommerce sono i due campi in cui sono rispettivamente specializzatele due startup, alle quali, oltre a un premio in denaro, verrà offerta una sessione di lavoro personalizzata con start-up coach su temi specifici (fundraising, strategy, go to market, marketing, branding) e una visita ai due fintech accelerator Level39 e Startup Bootcamp FinTech a Londra (UK), con la possibilità di incontrare investor londinesi, essere inseriti nella shortlist del fintech contest per essere selezionati per il programma di Startup Bootcamp FinTech, ottenere una membership per un anno presso Level39.

 

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