Italia, tasso di disoccupazione stabile all’11% ma aumentano gli occupati

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Si mantiene stabile attorno all’11% il tasso di disoccupazione in Italia, in linea col dato precedente ma leggermente superiore alle attese (10,9%). Il dato tuttavia va letto nei suoi aspetti positivi: come evidenzia l’Istat infatti, a marzo 2018 la stima degli occupati continua a crescere (+0,3% rispetto a febbraio, pari a +62 mila), con il tasso di occupazione che si attesta al 58,3% (+0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente).

In termini congiunturali, particolarmente positivo è il dato giovanile, con l’aumento dell’occupazione per i giovani tra i 25 e i 34 anni di 0,9 punti percentuali, che fa registrare l’incremento maggiore tra tutte le fasce d’età. Tuttavia, scrive l’Istat, la crescita è dovuta interamente alla componente maschile mentre per le donne, dopo l’aumento dei mesi precedenti, si registra un calo. Nell’ultimo mese si stima una ripresa degli indipendenti, che recuperano in parte la diminuzione osservata nei primi due mesi dell’anno e, in misura più lieve, dei dipendenti a termine, mentre restano sostanzialmente stabili i permanenti. Il tasso di disoccupazione giovanile scende così al 31,7% (-0,9 punti percentuali).

La stima delle persone in cerca di occupazione a marzo registra un aumento dello 0,7% (+19 mila).

Calano anche gli inattivi, in diminuzione dello 0,8% (-104 mila). Il calo riguarda entrambi i generi e tutte le classi di età ad eccezione dei 15-24enni. Il tasso di inattività scende al 34,3% (-0,3 punti percentuali rispetto a febbraio).

Su base annua continua l’aumento degli occupati (+0,8%, +190 mila). Tuttavia il dato presenta luci ed ombre: entrando nel dettaglio infatti si osserva come la crescita riguardi esclusivamente i lavoratori a termine (+323 mila), mentre calano i permanenti (-51 mila) e gli indipendenti (-81 mila). Una spaccatura si registra anche nel dato generazionale: crescono gli estremi, soprattutto gli occupati ultracinquantenni (+391 mila) e, in misura minore, i 15-34enni (+46 mila), mentre calano i 35-49enni (-246 mila).

Nell’arco di un anno diminuiscono sia i disoccupati (-4,0%, -118 mila) sia gli inattivi (-1,1%, -150 mila).

Il dato complessivo è da leggersi come positivo. Pur mantenendosi elevato il tasso di disoccupazione bisogna registrare gli importanti passi in avanti a livello di occupazione. Diminuiscono infatti gli inattivi, ossia coloro che avevano smesso di cercare un lavoro, e crescono gli occupati, ossia il numero complessivo di coloro che accedono al mondo del lavoro. Resta ancora critica la qualità del nuovo lavoro prodotto, che si conferma precario e a termine.

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