Un recupero importante, ma ancora parziale, quello evidenziato dall’annuale rapporto sulla economia campana elaborato da Banca d’Italia. Un incremento in linea con quello del Mezzogiorno (+5,9%) ma inferiore a quello dell’Italia che si attesta sul +6,6%. La ripresa dell’attività è stata molto intensa nel secondo trimestre per poi proseguire nella seconda parte dell’anno, sebbene a ritmi più contenuti. Rispetto al 2019, tuttavia, il recupero è stato parziale: l’attività in regione è risultata inferiore di oltre il 3%, un divario in linea con quanto registrato nel Mezzogiorno ma di poco più ampio che in Italia.
Una tendenza positiva confermata anche dal primo trimestre del 2022 prima che si facessero sentire gli effetti della guerra con il rincaro di alcune materie prime e sui consumi. Bene le imprese. Nel 2021 il recupero dell’attività è stato consistente e generalizzato tra i principali settori. È notevolmente cresciuta la quota di aziende con fatturato in aumento, in particolare tra le aziende di servizi. E il valore aggiunto dell’industria è tornato ai livelli del 2019. Sono tornati i turisti (+11,6%) anche se non siamo ancora ai livelli pre pandemia (-60,1% rispetto al 2019). Bene anche gli investimenti, soprattutto nel campo dell’industria. Positivo anche l’export regionale che ha recuperato il calo del 2020, interessando in particolare le imprese della farmaceutica, della metallurgia e della trasformazione alimentare. In ripresa anche i consumi (+4,7%), complice anche l’allentamento delle misure di restrizione legate al covid.
Molto bene le costruzioni che segnano un +19,9% trainate dai vari bonus fiscali. Più contenuta invece la crescita dei servizi. Non manca qualche nota negativa. Male l«export campano, che continua a risentire della filiera aeronautica. Anche le vendite estere dell’automotive sono risultate in calo. Infine, la scuola. Solo il 9% degli studenti campani frequenta plessi dotati di mensa e solo il 39% può usufruire di una mensa scolastica.