L’ India punta ancora sul carbone
La produzione di elettricità alimentata a carbone In India ha raggiunto un nuovo massimo a gennaio 2024, diventando così il secondo maggior utilizzatore al mondo di carbone .
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La produzione di elettricità alimentata a carbone In India ha raggiunto un nuovo massimo a gennaio 2024, diventando così il secondo maggior utilizzatore al mondo di carbone .

In totale, dice il nuovo rapporto del think tank energetico Ember, la produzione di energia elettrica da carbone nel gennaio 2024 è stata di 115 terawattora: si tratta di un nuovo record e un aumento del 10% rispetto allo stesso mese del 2023. Questo comporta che le emissioni derivanti dal carbone lo scorso gennaio hanno raggiunto 104,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica (CO2).

Negli scorsi mesi nei piani dell’India che guarda al futuro c’erano state più dichiarazioni di intenti sull’aumento delle rinnovabili: eppure dai dati Ember si legge come la produzione dagli impianti solari, eolici e idroelettrici è diminuita rispettivamente del 3%, 19% e 21,4% rispetto allo stesso mese di un anno fa. In sostanza l’India sta rallentando la sua corsa alle energie pulite con ripercussioni che impattano direttamente sugli impegni mondiali di decarbonizzazione.

Sempre a gennaio la produzione cumulativa di elettricità da energia pulita è stata di appena 26,6 TWh, oltre l’11% in meno rispetto a gennaio 2023: oggi, nel mix energetico dell’India, le energie pulite a livello di elettricità sono scese al minimo degli ultimi 5 anni.

Va anche detto però che è ad agosto, o nei mesi centrali dell’anno, che la produzione di elettricità da solare, eolico e idroelettrico solitamente arriva al massimo. Massimi da cui, sperano gli indiani, un’eventuale crescita della produzione da fonti rinnovabili potrebbe consentire alla quota di energia pulita del mix di generazione nazionale di salire “fino a un picco di circa il 30%-32% durante il terzo trimestre dell’anno”.

Ma mentre per implementare l’offerta di energia pulita ci vogliono investimenti attuali e futuri e determinate condizioni, dall’altra parte le temperature sempre più elevate legate alla crisi del clima stanno spingendo gli indiani a fare sempre più domanda di aria condizionata. Impianti che vengono per lo più sostenuti attraverso l’energia a carbone e gas.

Questo ovviamente porta al circolo vizioso e nocivo di maggiori emissioni e di conseguenza maggior impatto su atmosfera e clima.

Nel 2023, le emissioni totali del settore energetico indiano hanno infatti raggiunto 1,18 miliardi di tonnellate di CO2, registrando un aumento dell’8,6% su base annua e si prevede che il record sarà superato nel 2024 se si terranno i ritmi di consumo di carbone di gennaio. Non solo, rispetto al maggio scorso, in cui l’India stava ipotizzando di ultimare le centrali fossili in costruzione per poi dedicarsi alle rinnovabili, c’è stato un netto cambio di rotta: si parla di una espansione, da qui al 2032, delle centrali a carbone fino a 53,6 Gw ulteriori (da aggiungere a 26,4 di quelle in costruzione).

Difficile dunque pensare che l’India possa essere davvero un Paese “svolta” per le rinnovabili, nonostante i 15 Gw fra eolico e solare installati lo scorso anno e i piani, non supportati al momento dalla realtà, di un incremento delle energie pulite fino a quasi 400 Gw entro il 2032.

Le intenzioni di Nuova Delhi sull’espansione delle centrali a carbone e delle estrazioni sotterranee nei prossimi 18 mesi sono dunque abbastanza chiare e difficilmente, anche visto l’aumento delle temperature, troveranno spazio per una revisione.

Per decarbonizzare uno dei Paesi al mondo più emergenti, ci vorrà dunque ancora molto tempo. Anche perché, come ha fatto capire Amrit Lal Meena, alto funzionario del Ministero del Carbone indiano, parlando al Financial Times, «l’India è su una traiettoria di forte crescita, in espansione a livello industriale ed economico. Il carbone continua a svolgere un ruolo chiave nella crescita economica e nello sviluppo del nostro Paese».

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