La BREXIT ha prodotto una situazione di grande incertezza
Il popolo inglese si è espresso

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Intervista a William Zuin, Responsabile Direzione Erogazione Crediti Banca Popolare Commercio e Industria (gruppo UBI Banca)

Quale impatto economico-finanziario possiamo prevedere che abbia la Brexit?
«Quello che in realtà leggiamo e sentiamo quotidianamente è meglio definibile come “ipotesi”, piuttosto che come “previsione”. Risulta, infatti, estremamente difficile rappresentare delle previsioni senza conoscere gli elementi fondamentali che determineranno effettivamente i possibili cambiamenti. Questi elementi fondamentali sono rappresentati dagli accordi che la Gran Bretagna sottoscriverà con l’Unione Europea. L’effetto finale dipenderà dalle caratteristiche di questi accordi».

Il risultato finale quale potrebbe essere?
«Per il momento non possiamo che mantenerci nell’ambito delle ipotesi. Potrebbe essere, come auspicato dalla Gran Bretagna, un “Norway plus” (qualche agevolazione in più rispetto a quanto ottenuto dalla Norvegia) o qualcosa di più simile ai rapporti gestiti con la Svizzera».

Quale sarà l’effetto della BREXIT sulla disponibilità delle banche di erogare credito alle imprese?
«A mio avviso, nel MLT, l’effetto sarà marginale. Ci saranno altre problematiche interne che il sistema dovrà affrontare e altre più legate alla situazione di incertezza che questa uscita ha generato. È possibile che, oltre al rallentamento atteso nella crescita del PIL (l’impatto da alcune fonti viene quantificato nello 0,2/0,3%), si verifichi una fase riflessiva sugli investimenti produttivi delle aziende, con la conseguenza di una minore richiesta di finanziamenti o di leasing. Il problema vero, che da subito ha interessato il sistema bancario e si è propagato immediatamente sulle quotazioni di borsa, è rappresentato dall’attivo dei bilanci, di cui una parte considerevole è costituito da titoli governativi, corporate bond e NPL. L’ipotesi che il sistema bancario abbia la necessità di una forte ricapitalizzazione ha prodotto gli effetti che abbiamo verificato».

Quali problematiche dovranno affrontare le banche?
«Potrebbero dover fare fronte ai problemi derivanti dalla difficoltà di generare margini nei loro conti economici in relazione a:

  • tassi di interessi molto bassi che, in alcuni casi, non riescono più a remunerare il rischio di credito su alcuni settori (costruzioni, tessile, mezzi di trasporto, alloggio e ristorazione – fonte: Banca d’Italia BDS);
  • spread talmente risicati che vengono annullati dalle rettifiche collettive sugli accordati, in funzione dei rating assegnati alle controparti;
  • propensione degli investitori a rimanere liquidi (perdita di commissioni sul gestito, costo della raccolta);
  • scarse possibilità di offerte di collocamento agli investitori istituzionali;
  • difficoltà organizzative nel migliorare l’efficienza della Rete».

Cosa possono fare le banche per iniziare a mettersi al riparo da questa congiuntura negativa?
«Questo scenario rende imprescindibile per le banche, la ricerca di opportunità e di nuova clientela a cui erogare nuovi finanziamenti e linee di credito finanziarie e commerciali, che consentano di produrre margine finanziario. Sul fronte delle fonti è presumibile che il sostegno di BCE, con i fondi messi a disposizione del sistema attraverso i TLTRO (targeted long term refinancing operations), non verrà meno (alcuni giorni fa c’è stata la nuova Asta TLTRO 2)».

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