La legge di bilancio del governo Meloni porterà novità per il sistema ad aliquota unica
La tassa piatta che verrà introdotta dal governo Meloni dovrebbe avere una doppia applicazione, anche per i dipendenti.
Giorgia Meloni

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La tassa piatta che verrà introdotta dal governo Meloni dovrebbe essere applicata anche ai dipendenti. La prima è l’estensione del regime fiscale agevolato dell’imposta al 15% per le partite Iva (persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni) a ricavi fino 85mila euro. Il tetto attuale è di 65mila.

Ma a questa si affiancherebbe una seconda versione, definita “incrementale”, che potrebbe valere anche per i lavoratori dipendenti: l’aliquota unica del 15% verrebbe applicata alla parte aggiuntiva del reddito prodotto nel 2022 rispetto al maggiore dei redditi dichiarati nei 3 anni precedenti.

Meloni: segnale di merito

Della tassa piatta incrementale ha parlato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti illustrando la Nadef. Si tratterebbe di «un regime sostitutivo opzionale per i titolari di redditi da lavoro o di impresa non aderenti al regime forfetario che potranno assoggettare ad aliquota del 15% una quota dell’incremento di reddito registrato nel 2022 rispetto al maggiore tra i medesimi redditi dichiarati e assoggettati all’Irpef nei tre anni d’imposta precedenti».

Si tratta di una misura fortemente voluta da Fratelli d’Italia e alla quale aveva fatto riferimento la premier Giorgia Meloni nel suo discorso con cui chiedeva la fiducia al Senato: «Per chi è in difficoltà e si rimbocca le maniche è un segnale di merito». Insieme all’aumento della soglia della flat tax “secca” (ma a 100mila euro e non a 85mila, come ora progetta il Governo), la tassa piatta incrementale misura era contenuta nel programma elettorale del centrodestra.

Le proposte della scorsa legislatura

Nella scorsa legislatura i partiti del centrodestra avevano presentato alcuni disegni di legge con lo scopo di introdurre la flat tax incrementale. Al Senato quello della Lega (primo firmatario Massimiliano Romeo) prevedeva l’istituzione dell’imposta sostitutiva “Irpef Ires Plus”: una tassa del 15% sul maggior reddito rispetto al reddito dell’anno precedente (aumentato dell’indice Istat).

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