La multa per le pubblicità scorrette di Unicredit

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deb45d333d0414ba3de42155789fdb4a_MSulle “vacanze estive” di Unicredit peserà come un macigno la multa inflitta oggi dall’Autorità Garante delle Concorrenza e del Mercato. L’Antitrust ha infatti scovato e punito una pratica commerciale scorretta di cui si è resa protagonista la banca di Piazza Cordusio. Che cosa è successo esattamente? Tutto è nato da alcuni claim pubblicitari usati dall’istituto di credito per rendere noto un prodotto, vale a dire il Conto Risparmio Sicuro.

Si tratta di un conto di deposito della durata complessiva pari a cinque anni: in questo arco di tempo, la somma di denaro che viene depositata matura degli interessi da accreditare al depositante. Il problema è che gli spot comparsi in televisione e anche le locandine presenti nelle varie filiali hanno voluto sottolineare una particolarità di tale strumento. In pratica, ai risparmiatori è stato lanciato il messaggio di un tasso fino al 7% di interessi che poteva essere ottenuto.

Peccato, però, che caratteri molto più piccoli e meno chiari sono stati utilizzati per specificare l’esistenza di alcune condizioni contrattuali. L’Authority è stata molto chiara nello spiegare il suo provvedimento: le informazioni pubblicitarie non corrispondevano alle caratteristiche reali dell’offerta. Volendo essere ancora più precisi, Unicredit ha cercato di far capire come il massimo tasso di interesse indicasse il rendimento del prodotto, “ingolosendo” quindi il cliente.

In realtà, è stato accertato che questo rendimento era soltanto quello da riconoscere nell’ultimo dei cinque anni. In più, classica “distrazione” delle banche italiane, bisognava spiegare in modo più dettagliato che questa offerta comprende anche un vincolo della durata minima di diciotto mesi per quel che riguarda le somme di denaro depositate. Ancora una volta i consumatori devono leggere con attenzione qualsiasi pubblicità, senza lasciarsi trascinare dai facili entusiasmi.

 

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