La riunione del board della Banca Centrale Europea del 26 ottobre si è conclusa rispettando le previsioni della vigilia
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La Banca Centrale Europea ha finalmente impostato il piano di riduzione degli acquisti di titoli di stato e strumenti assimilati dei paesi membri.Il piano di battaglia presentatoprevede una diminuzione degli interventi sul mercato secondario dei bond di trenta miliardi di euro. In sintesi, l’Istituto di Francoforte comprerà nuovi asset per soli trenta miliardi mensili (e non più 60) a partire dal prossimo gennaio e sino a settembre 2018.

Hanno pesato a favore del ridimensionamento del QE (downsizing) i nuovi dati confortanti sulla ripresa economica dell’area euro e la dinamica futura dei prezzi. Per la BCE,quindi, il tasso di inflazione, oggi ancora deludente,è destinato a crescere sino al fatidico 2% in un tempo ragionevole.

Sulla decisione di intervenire con gradualità nel piano di normalizzazione ha invece influito la necessità di tenere sotto controllo il cambio euro/dollaro, giudicato preoccupante già nella scorsa seduta da Francoforte, e la certezzache, ad oggi, non è ancora stato centrato il target di aumento delcosto della vita previsto. L’economia poi, seppur in ripresa, potrebbe presentare ancora segnali di debolezza se non adeguatamente sostenuta. Una precipitosa sospensione delle operazioni di “stampa di moneta”, quindi, potrebbe compromettere il quadro positivo sino ad ora costruito.

Anche per questo, e per tranquillizzare gli operatori finanziari, il presidente Draghi ha confermato che i tassi di interesse rimarranno fermi a lungo e che, a differenza di quanto ha iniziato a fare la FED, non è previsto nessun piano di ridimensionamento del bilancio dell’Istituto Centrale. Pertanto i circa 10/15 miliardi di euro di bond che la BCE avrà in scadenza ogni mesenel corso del prossimo anno verranno interamente e nuovamente reinvestiti in altre operazioni di sottoscrizione di strumenti finanziari. Infine il QE potrà comunque essere esteso e rimodulato in caso di necessità. La scadenza di settembre 2018 non rappresenterà quindi, se la congiuntura economica lo richiederà, un limite temporale invalicabile ed anche lo stesso importo di acquisti mensili potrà essere rivisto in ogni momento.

Le borse europee hanno reagito con euforia dopo la conferenza stampa di Draghi. Gli ultimi rumors, infatti, parlavano di una stretta più decisa delle politiche monetarie espansive. L’euro, di fronte a questa nuova prevista immissione di liquidità, si è immediatamente indebolito nel rapporto con il dollaro passando da 1,18 a 1,16. Questotrend sarà da verificare e valutare però solo dopo il meeting della Federal Reserve del primo novembre.

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