L’AD di Enel, Francesco Starace, e Franco Bassanini, prendono posizione contro la proposta di Rete Unica con il controllo azionario di Tim.
L’amministratore delegato di Tim, Luigi Gubitosi, ha sospeso l’offerta del fondo Usa, Kkr, di acquisire per 1,8 miliardi di euro il 37,5 per cento nella società che verrà costituita con lo scorporo della rete di Tim e che potrebbe diventare il veicolo per la rete unica.
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L’amministratore delegato di Tim, Luigi Gubitosi, ha sospeso l’offerta del fondo Usa, Kkr, di acquisire per 1,8 miliardi di euro il 37,5 per cento nella società che verrà costituita con lo scorporo della rete di Tim e che potrebbe diventare il veicolo per la rete unica.

Le prese di posizioni di Starace, fatte trapelare attraverso un articolo di ‘’La Repubblica’’ e di Bassanini in un intervento su ‘’Il Corriere della sera’’ di ieri, bocciano senza appello il progetto di Tim, con la quale l’esecutivo li aveva invitati a trovare un accordo, insieme a Cdp, Cassa Depositi e prestiti, a cui fa già capo il 10 per cento di Tim e il 50 per cento di Open Fiber.

Prima della manifesta presa di posizione di Enel e Open Fiber, Gubitosi confidava nell’appoggio dei Ministri dell’Economia e dello Sviluppo, per arrivare alla fusione con Open Fiber, e quindi alla rete unica che il governo considera necessaria per garantire lo sviluppo del digitale in ogni angolo del Paese.

‘’Nessuno garantisce poi – scrive però Bassanini – che recuperata una posizione di monopolio, non prevalga fra gli azionisti di Tim ( in gran parte stranieri) la logica del profitto a breve, e dunque l’interesse a ritardare la sostituzione del rame con la fibra’’. Gli ambienti finanziari non mancano infatti di rilevare che il problema è l’attuale assett azionario di Tim, dove il gruppo francese Vivendi con il 23 per cento è l’azionista di maggioranza relativa. ‘’Cdp – osservano – potrebbe aumentare la sua quota acquisendo azioni sul mercato, ma se passasse dall’attuale 10 per cento a una quota superiore a quella di Vivendi, si potrebbe porre il tema dell’Opa’’.

Inoltre, secondo quanto riporta la Repubblica, il quadro disegnato da Starace nei colloqui avuti di recente per la rete unica sarebbe in sostanza quello di un operatore all’ingrosso che sia autonomo, che offra le stesse condizioni per tutti gli operatori e soprattutto che non sia verticalmente integrato con nessuno, tantomeno con la Tim.

Divisi sono anche i partiti fra loro e al loro interno. Da un lato i grillini puntano sulla nazionalizzazione della rete, di fatto sotto Cdp, dall’altro il Pd, con alcuni esponenti e forse persino il segretario, Nicola Zingaretti, non sono del tutto convinti della posizione dl Ministro dell’economia, Roberto Gualtieri, che non sarebbe contrario al controllo della rete da parte dell’ex monopolista, con Cdp garante, grazie a una quota importante.

Anche se non mancherà di esprimersi il nuovo vertice, Agcom, il parlamento e il codice europeo delle comunicazione elettroniche, come ricorda Bassanini, si sono pronunciati per una rete unica neutrale, partecipata da tutte le Telco, ma non controllata da nessuno, semmai dallo Stato garante dell’interesse generale e di un accelerazione degli investimenti.

Anche se Kkr ha fatto buon viso al congelamento della sua offerta chiesto dal governo, dovrà tener conto dell’eventuale cambiamento del quadro generale, nel quale i francesi di Vivendi non si accontenteranno certamente di un ruolo secondario.

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