L’Angolo del Trader: Pirelli, Banca MPS e Tenaris

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Pirelli

Bene Pirelli mercoledi’ in scia al recupero degli industriali dopo le indicazioni della Banca Centrale della Cina (secondo cui l’impatto dell’epidemia di coronavirus sulla congiuntura del Paese sarà limitato) e ai dati preliminari 2019/piano industriale al 2022 presentati in giornata. Nello scorso esercizio ricavi a 5.323,1 milioni di euro, +2,5% a/a (>=5.300 milioni il target 2019), Ebit adjusted a 917,3 milioni di euro con un margine al 17,2% (>=17%/17,5% il target 2019), flusso di cassa netto ante dividendi e impatto IFRS16 a 332,9 milioni (330/350 milioni di euro il target 2019). Gli obiettivi al 2022: i ricavi sono previsti in crescita a circa 5,4 miliardi di euro nel 2020 e circa 5,8 miliardi di euro nel 2022 con un tasso medio di crescita annuo pari a circa il 3%: i ricavi High Value saranno pari a circa il 73% dei ricavi complessivi a fine piano rispetto al 69% previsto nel 2020 (circa 67% nel 2019).

Il price/mix è atteso in miglioramento di circa il 3% medio annuo. Il margine Ebit Adjusted è stimato in crescita al 18-19% nel 2022 rispetto al 17,2% del 2019. Nell’arco di piano è previsto un flusso di cassa netto ante dividendi complessivo pari a circa 1,5 miliardi di euro, di cui circa 400 milioni nel 2020, circa 500 milioni nel 2021 e circa 600 milioni nel 2022. La politica dei dividendi prevede un pay out confermato pari al 40%. A fine piano la posizione finanziaria netta del gruppo, incluso l’impatto dei principi contabili IFRS 16, è attesa in calo dai 3,5 miliardi del 2019 ai circa 3,3 miliardi del 2020 fino ai circa 2,5 miliardi del 2022. Il titolo ha toccato un massimo intraday a 4,92 euro stabilizzandosi poi poco al di sotto di quei livelli (close martedi’ a 4,709 euro).

A 4,83 e’ stato superata la “neckline”, la linea di conferma, del testa spalle rialzista disegnato dai minimi del 28 gennaio. Target della figura a 5,30 circa, dove transita anche il lato superiore del canale ribassista disegnato dal picco di agosto 2018. La rottura di 5,30/35 sarebbe quindi un segnale positivo di medio periodo che aprirebbe le porte almeno alla ricopertura del gap ribassista del 30 ottobre scorso con lato alto a 5,736 euro. Solo discese nuovamente al di sotto di 4,70 farebbero dubitare della validita’ del segnale di forza inviato lasciando spazio al ritorno sui minimi di febbraio a 4,32 euro.

Banca MPS

Banca MPS accelera al rialzo e tocca i massimi da ottobre 2018. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha dichiarato a Radio Capital che l’esecutivo sta “discutendo positivamente con la Commissione Europea su meccanismi di ulteriore pulizia della banca rispetto al suo portafoglio di crediti deteriorati. Fatto questo si arriverà a una soluzione di mercato nei tempi previsti”. “Siamo molto fiduciosi che sarà una operazione che complessivamente si concluderà positivamente”, ha concluso Gualtieri. Secondo indiscrezioni di due settimane fa il via libera di Bruxelles alla vendita di circa 10 miliardi di euro di crediti deteriorati dovrebbe arrivare entro fine mese: ulteriori indicazioni in tal senso sono state riferite oggi a Reuters da due fonti (di cui una governativa).

Sotto il profilo grafico il titolo ha rotto con forza a 1,90 circa il lato superiore del “pennant” disegnato nell’ultimo mese allungandosi fino sopra i 2 euro. Il prossimo target del movimento si colloca a 2,15, lato superiore del canale ascendente disegnato da giugno, ma in caso di accelerazione rialzista sarà possibile un allungo fino in area 2,45/2,50, picco di settembre 2018. Flessioni fino a 1,75, ex resistenza che ora si presenta con funzione di supporto, non pregiudicherebbero il proseguimento del rimbalzo. Sotto quel riferimento invece atteso il test del minimo di inizio febbraio a 1,66, poi di quota 1,58.

Tenaris

Tenaris chiude l’esercizio 2019 con un quarto trimestre caratterizzato da risultati inferiori alle attese. I ricavi si sono attestati a 1,741 miliardi di dollari, -17% a/a e inferiori agli 1,752 del consensus Bloomberg. L’EBITDA è sceso del 32% a 290 milioni con magine a 16,7% (consensus 324 milioni e 18,5%). L’EBIT si è attestato a 152 milioni, -15% a/a (consensus 183). L’utile netto attribuibile ai soci è sceso del 33% a 152 milioni, poco sopra i 146 del consensus. Confermato a 0,41 dollari per azione il dividendo (compreso l’acconto da 0,13 pagato a novembre). Lo scenario per il 2020 appare incerto: in USA e Canada l’attività di perforazione è attesa stabile dopo il declino del 2019; un recupero è previsto nel Golfo del Messico e America Latina; sostanzialmente stabile l’attività di perforazione nell’Emisfero Est; la domanda globale di tubi è prevista in leggero declino nel 2020.

I ricavi nell’attuale esercizio sono però visti in crescita grazie all’integrazione di IPSCO e alle maggiori vendite di prodotti premium per le perforazioni offshore. I margini nel primo trimestre sono attesi in linea con quelli del quarto 2019 a causa delle attuali perdite di IPSCO ma dovrebbero risalire durante l’anno grazie alle sinergie derivanti dal progresso del processo di integrazione. L’analisi del grafico di Tenaris mette in evidenza il movimento ribassista in essere dalla primavera 2018, movimento che ha spinto i prezzi verso i fondamentali supporti a 8,50/8,60 euro. L’eventuale violazione di questi riferimenti favorirebbe ulteriori flessioni in direzione del minimo del 2009 a 5,9540. Prime conferme in tal senso sotto area 9,20 e 8,95. Segnali di forza oltre 9,85, prologo a un attacco a 10,55/10,60: in caso di successo via libera verso 12,30 e 13,50.

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