L’aumento del costo del denaro annunciato dalla Banca Centrale Europea avrà ricadute, anche pesanti, sui mutui a tasso variabile
La Banca centrale europea ha detto addio, dopo 7 anni, agli acquisti di debito pubblico.
fondo osservatorio mutui erogati Mutuo, noipa, segugio, mutuisupermarket, fondo crc, facile.it

Ancora nessun commento

La Banca centrale europea ha detto addio, dopo 7 anni, agli acquisti di debito pubblico. Questo sancisce anche un addio all’epoca dei tassi d’interesse negativi, con un primo rialzo a luglio da un quarto di punto, cui ne seguirà un altro già a settembre probabilmente da mezzo punto.

Il decennio della quasi-deflazione, che richiedeva di remunerare con tassi negativi chi s’indebitava, è finito, “siamo in un diverso universo”, ha detto Lagarde. “Faremo in modo che l’inflazione (8,1% a maggio, ndr) torni all’obiettivo” del 2%.

Per arrivarci, la Bce ha per prima cosa deciso di chiudere con l’epoca del ‘quantitative easing’. Stop agli acquisti netti di titoli dal 1 luglio. Chiuso il Qe, il passaggio successivo è già al meeting del 21 luglio, quando la Bce “intende alzare i tassi d’interesse di 25 punti base”.

Poi ci sarà l’appuntamento di settembre, in cui arriverà il bis e “un incremento maggiore sarà appropriato”. Dopo settembre, per i tassi c’è da attendersi “un ritmo graduale, ma sostenuto, di ulteriori aumenti”.

Sui mutui, Luca Mezzomo, responsabile macro & fixed income research di Intesa Sanpaolo, precisa: ”Qualcosa è già cambiato nei mesi scorsi: i tassi di mercato a medio e lungo termine già scontavano le mosse della Bce“. “In più negli ultimi anni anche in Italia si è registrato uno spostamento dal tasso variabile al fisso. Per chi ha sottoscritto quest’ ultimo non cambierà nulla”, aggiunge.

Già dal mese scorso i tassi variabili, anticipando la Bce, avevano iniziato a salire: in media sono all’1,08% rispetto allo 0,87% dell’ultimo anno. Nicoletta Papucci, di Mutuionline, chiarisce: “Chi aveva scelto il tasso variabile prima del 2015 ha in buona parte già surrogato a tasso fisso. Quel 5-10% che ha scelto il variabile forse potrebbe cogliere l’occasione per passare ora al fisso”.

Va poi ricordato che l’annuncio della stretta monetaria, dell’aumento del costo del denaro e della maggiore difficoltà imposta sul circolo della valuta in Europa, aveva già provocato, nelle scorse settimane, un rincaro anche dei tassi fissi.

Ipotizzando un finanziamento avviato un anno fa per 200 mila euro a 20 anni all’1% – con l’Euribor, il parametro che di norma viene adottato per i variabili, aumentato di 25 centesimi da luglio – la rata passerebbe il mese prossimo da 920 a 959 euro.

E se a settembre ci fosse un secondo incremento di 25 centesimi si salirebbe a 998 euro. E ancora, se tra un anno l’incremento totale fosse di un punto, si arriverebbe a 1.070 euro.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Reddit
Tumblr
Telegram
WhatsApp
Print
Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ALTRI ARTICOLI