L’auto elettrica piace? L’auto elettrica si vende? Come stanno davvero le cose?

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auto elettricaI dati ufficiali ci parlano di un mercato in continua crescita anche se con numeri ancora decisamente piccoli. A giugno i dati Unrae ci raccontano di 1.445 vetture elettriche vendute conto le 445 del giugno 2018. Il totale dei primi 6 mesi dell’anno ha toccato le 4.967 unità con una quota mercato dello 0,5%. Tesla Model 3 (372), Renault Zoe (351), Smart Fortwo (185) e ForFour (114) e Nissan Leaf (104) sono le uniche a superare le 100 unità a giugno.

Per rendere l’idea di come vada il mercato:

  • le auto benzina immatricolate a giugno sono state 74.012 (470.318 nei sei mesi) in crescita
  • le auto diesel 72.088 (463.495 nei sei mesi) in calo
  • le auto ibride 9.473 (58.017 nei sei mesi) in crescita
  • le auto a metano 3.525 (16.833 nei sei mesi) in calo
  • le auto a GPL 11.931 (72.582 nei sei mesi) in crescita

Le auto elettriche piaceranno anche molto, ma per ora il mercato elettrico rappresenta lo 0,5%. Eppure secondo l’Osservatorio Auto Findomestic, che ha interrogato un panel di automobilisti in 16 Paesi del mondo, nei prossimi 5 anni il 57% del campione intervistato a livello mondiale dichiara che acquisterà un’auto ibrida, soprattutto in Messico (80%), Italia (76%), Spagna (75%) e Brasile (75%), mentre il 43% risponde che ne comprerà una tutta elettrica, con percentuali che si attestano intorno al 70% in Messico (72%), Brasile e Cina (68%).

Qualche settimana fa Klaus Frölich, direttore dello sviluppo di Bmw, ha dichiarato a sorpresa: “Non c’è alcuna domanda di auto elettriche (BEV) da parte dei clienti. Nessuna. Ci sono richieste da parte del legislatore, ma non dei clienti. Quello che i sostenitori delle auto elettriche non considerano è che il consumatore europeo non è pronto ad assumersi il rischio di un’auto elettrica, perchè le infrastrutture di ricarica non ci sono e il valore residuo è un’incognita. I clienti in Europa non le comprano. Noi abbiamo spinto queste macchine nel mercato ma non le vogliono. Noi possiamo consegnare un’auto elettrica a ogni persona, ma non le comprerebbero. ”. Una chiara accusa che nella sostanza non è diversa da quella fatta lo scorso anni da Tavares numero uno di Psa che ha dichiarato come fossero i legislatori a obbligare la rivoluzione e nessun altro…

«Secondo i dati di Unrae – spiega Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio Auto Findomestic – su quasi 1 milione di auto nuove immatricolate in Italia da gennaio a maggio 2019 solo poco più di 3.500 sono 100% elettriche e circa 48.000 ibride, di cui appena 2.000 di tipologia PLUG-IN, cioè capaci di ridurre sensibilmente le emissioni di CO2. Nello scenario globale  il principale freno alla diffusione dell’auto elettrica risulta essere il costo d’acquisto, ancora alto e poco concorrenziale. Oggi l’86% del campione mondiale, il 91% degli italiani, è consapevole che il veicolo elettrico costi più dell’equivalente termico e il 42% (32% degli italiani) non è disposto a sostenere alcuno sforzo supplementare per acquistare un’auto elettrica. Gli unici Paesi in grado di offrire forme efficaci di incentivazione sono la Cina, che ha introdotto esenzioni fiscali comprese fra 5.100 e 8.700 dollari, e la Norvegia, la cui normativa prevede l’esenzione dall’imposta sull’acquisto e dall’IVA, uno sconto sull’acquisto dei veicoli ibridi ricaricabili e l’esenzione dalla tassa di circolazione, dai pedaggi e dalle spese di traghetto».

L’analisi di Findomestic si concentra sui punti di forza e di debolezza dei veicoli elettrici. L’86% degli intervistati (l’83% in Italia) afferma di apprezzare la fluidità della guida grazie anche all’accelerazione bruciante e all’assoluta silenziosità di marcia. Caratteristica, quest’ultima, che ha convinto la UE a rendere obbligatoria la presenza sui veicoli elettrici di un dispositivo sonoro Avas (Audible Vehicle Alert System) che avvisa i pedoni del passaggio dell’auto.

Gli automobilisti sono allettati anche dai ridotti costi di utilizzo e di manutenzione. Curioso notare come i norvegesi, quelli che al mondo guidano più auto elettriche, siano scettici: solo il 56% ritiene che la manutenzione di un’auto elettrica sia più economica rispetto alla media mondiale del 68%. E loro se ne intendono.

Il carattere ecologico delle auto elettriche costituisce un importante valore aggiunto per l’89% dei possessori di auto (il 93% in Italia), convinti che l’utilizzo delle e-car potrà ridurre in maniera significativa l’inquinamento. E tuttavia l’auto elettrica paradossalmente può anche aumentare le emissioni di Co2. Un automobilista su tre è attento a come viene prodotta l’elettricità che alimenta le automobili e a come vengono smaltite le batterie. Se da un lato le auto elettriche francesi e norvegesi riducono notevolmente le emissioni di gas serra, dall’altra quelle degli Stati Uniti e, in misura maggiore, della Cina risultano più inquinanti delle auto equivalenti a motore termico.

Uno dei punti deboli dell’elettrificazione è l’autonomia: il 54% (46% in Italia) del campione, acquisterebbe un’auto elettrica solo se l’autonomia superasse i 300 km, problema particolarmente sentito in Spagna (71%), Germania (67%) e Francia (62%). Un grande problema è poi la disponibilità delle colonnine di ricarica rapida.

«Il futuro dell’auto elettrica – commenta il presidente di Unrae Michele Crisci – sarà molto legato alla capacità che le infrastrutture avranno di permettere agli utenti una ricarica continua, veloce, diffusa in maniera ampia sia domestica sia pubblica, sia nei luoghi dove lavoriamo. Non dobbiamo dimenticarci che il nostro Paese vive anche di turismo e quindi dobbiamo immaginarci un futuro in cui i turisti dovranno ricaricare le loro vetture. Dovremo adeguare velocemente le infrastrutture per permettere al nostro prodotto interno lordo di essere alimentato dai proventi del turismo». L’auto del futuro  sarà sicuramente un’auto elettrica, connessa e condivisa. È inevitabile un periodo di transizione. Si devono tenere in considerazione i futuri sviluppi tecnologici ma anche la situazione presente, perché in Italia abbiamo 37 milioni di autoveicoli ‘antiquati’ rispetto a queste tecnologie».

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