Le aziende della distribuzione moderna hanno assorbito 3,9 miliardi di euro di inflazione
Il 2022 è stato un anno fortemente caratterizzato dall'aumento dell'inflazione in Italia, ma le aziende della distribuzione moderna hanno assorbito 3,9 miliardi di euro di inflazione consentendo un risparmio fino a 77 euro al mese a famiglia.
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Il 2022 è stato un anno fortemente caratterizzato dall’aumento dell’inflazione in Italia, ma le aziende della distribuzione moderna hanno assorbito 3,9 miliardi di euro di inflazione consentendo un risparmio fino a 77 euro al mese a famiglia.

È quanto emerge dal Position Paper “L’Italia di oggi e di domani: il ruolo sociale ed economico della Distribuzione Moderna”, realizzato da The European House-Ambrosetti per ADM, Associazione Distribuzione Moderna. 

Fondamentale per il contenimento dei prezzi la crescita della fetta di mercato per la cosiddetta ‘marca del distributore’ il cui fatturato è di 12,8 miliardi di euro (+9,4 rispetto al 2021) e la quota di mercato il 20,8%, quasi raddoppiata rispetto al 2003.

Dei 600 miliardi di euro di fatturato complessivi della filiera, 155 miliardi sono generati dalle aziende della distribuzione moderna, con un valore aggiunto italiano per oltre 52 miliardi di euro. 

“Dalla pandemia alla guerra, passando per l’incremento dei costi dell’energia e logistici, dalla disruption delle catene di approvvigionamento e la sintesi di tutte queste difficoltà, cioè la crisi inflativa, sono le cause dell’attuale crisi. In questo contesto la gdo ha fatto da cuscinetto tra l’aumento dei prezzi con un risparmio di 77,4 euro al mese per le famiglie italiane” le parole di Valerio De Molli, managing partner e ceo di The European House – Ambrosetti. 

“C’è una crescita delle disuguaglianze in Italia molto pericolosa negli ultimi due anni, con un impoverimento della classe media che si aggiunge alla crescita dell’inflazione e come distribuzione moderna abbiamo cercato di ammortizzare questi aumenti, riducendo ancora di più una redditività che per il settore già è molto bassa. Nel 2023 i trend mondiali sembrano mostrare un rallentamento da un punto di vista di costi energetici e di approvvigionamento, ma l’industria non sta riducendo i prezzi, con il trend inflativo che non sembra voler calare nei prossimi mesi” ha dichiarato Marco Pedroni, presidente Adm.

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