L’obiettivo è quello di poter trovare una via dal punto di vista giuridico che permetta di utilizzare i soldi ricavabili dalle azioni di responsabilità per rimborsare, se la Ue lo permetterà, anche gli obbligazionisti subordinati delle quattro banche finite in risoluzione nel novembre scorso. Si tratta, per ora, di almeno 981 milioni, richiesti a 137 soggetti, ex amministratori, manager e società di revisione; i tempi della giustizia però sono tali da non lasciar prevedere un incasso in tempi brevi.
Allo stato le cause fanno capo alle nuove o alle “scatole” societarie rimaste dopo lo scorporo delle good bank e dalla parte “cattiva” finita nella bad bank comune, con il risultato che il prossimo acquirente potrebbe ereditare le cause e dunque i futuri incassi, senza nessun impegno per un loro ristorno a soci e obbligazionisti. La soluzione dovra’ arrivare nei prossimi giorni: la Commissione Ue ha infatti imposto all’Italia la cessione delle good bank entro il 30 settembre.