Ligresti, sequestrati 30 milioni dai conti correnti di Lugano

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Una trentina di milioni di euro depositati su conti in Svizzera intestati a Salvatore Ligresti e alle figlie Giulia e Jonella sono stati sequestrati venerdì scorso dal procuratore pubblico capo di Lugano John Noseda nell’ambito di un’inchiesta per autoriciclaggio. L’inchiesta, avviata poco tempo fa, ha portato a bloccare anche i beni, tra cui un appartamento e sempre conti correnti oltreconfine, di Paolo Ligresti. Ieri Giulia Ligresti, in carcere a Vercelli, è stata interrogata per la seconda volta dai pm di Torino Vittorio Nessi e Marco Gianoglio (i titolari dell’inchiesta su Fonsai per la quale è stata arrestata anche la sorella Jonella e il padre Salvatore è, invece, ai domiciliari). La Procura di Lugano da qualche tempo sta collaborando con gli inquirenti torinesi e milanesi, in particolare con il pm di Milano Luigi Orsi che ha iscritto nel registro degli indagati l’ex patron del gruppo e che sta effettuando accertamenti su alcuni episodi di manipolazione sul titolo Premafin e sui fallimenti delle due holding di famiglia. Il denaro, dai primi accertamenti, sarebbe stato trasferito in Svizzera in più tranche. Secondo fonti vicine alla difesa i soldi ora «congelati» sarebbero stati dichiarati al Fisco italiano. Le autorità di Lugano inizialmente avevano aperto un fascicolo sulle attività svizzere di Paolo Ligresti, che in quanto cittadino elvetico e residente vicino a Lugano è fuggito a un’ordinanza di custodia cautelare. L’indagine avrebbe lo scopo di approfondire origine e destinazione di flussi di denaro e altri beni che, nel corso degli ultimi mesi, avrebbero lasciato l’Italia alla volta del Canton Ticino.

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