L’importanza dell’operato degli insegnanti nei percorsi di apprendimento degli studenti
L’Italia ha pochi laureati nel confronto internazionale

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Un’ampia parte delle differenze nei risultati scolastici risulta infatti imputabile alla diversa qualità dell’insegnamento. Questa può dipendere dalle caratteristiche degli insegnanti così come dall’adozione da parte dei docenti di diverse strategie di insegnamento. Alcuni contributi recenti hanno indagato il ruolo di queste ultime, in particolare cercando di confrontare pratiche di insegnamento tradizionali, come le lezioni frontali, con gli approcci che sottolineano soprattutto il problem solving e la partecipazione attiva degli studenti.

Nel solco di questa letteratura, in questo lavoro si analizzano gli effetti sui risultati scolastici di tre differenti pratiche didattiche: i) il rallentamento didattico in attesa che tutti gli studenti abbiano compreso un dato argomento; ii) il mantenimento di una cadenza definita, indipendentemente dalla piena comprensione degli argomenti precedenti; iii) il consolidare concetti anche se relativi agli anni passati.

Lo studio è basato sui dati Invalsi relativi al primo anno della scuola secondaria inferiore (si considera la rilevazione 2009-10). Oltre a contenere le informazioni sulla performance degli studenti nelle prove standardizzate e sul loro background familiare, i dati consentono di costruire una misura sintetica, distintamente riferita all’insegnamento di italiano e di matematica di ciascuna classe, dell’intensità d’uso delle prassi prima citate.

Il lavoro confronta la performance nelle due discipline di ciascuno studente in ogni classe ponendola in relazione con le prassi adoperate dagli insegnanti. Così facendo si tiene conto delle diverse abilità generali di ciascuno studente e del gruppo classe e del fatto che l’allocazione degli insegnanti, e la scelta delle prassi didattiche da porre in essere, possono essere influenzate dalla composizione di ciascuna classe.

I risultati indicano che rimanere a lungo su uno stesso argomento non produce benefici significativi per gli studenti appartenenti al segmento più basso della distribuzione delle abilità, mentre riduce significativamente la performance scolastica degli studenti più bravi. La strategia del procedere senza verificare l’avvenuta metabolizzazione da parte degli studenti d’un argomento ha effetti negativi per tutti i livelli di abilità. Al contrario, ritornare e rafforzare concetti già affrontati negli anni precedenti innalza i risultati scolastici degli studenti meno abili, senza penalizzare quelli dei compagni più preparati.

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