L’Istat certifica il rallentamento della crescita economica

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Qualche giorno fa sono usciti i dati Istat sull’andamento del Pil italiano nel primo trimestre dell’anno.

Nel primo trimestre del 2018 si stima che il Pil, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dell’1,4% in termini tendenziali.

Il primo trimestre del 2018 ha avuto tre giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative del primo trimestre 2017.

Si tratta di un dato in linea con quanto si aspettassero gli analisti e che evidenzia una crescita dell’attività economica che si mantiene positiva anche se con ritmi poco sostenuti.

L’incremento congiunturale del Pil è la sintesi di un aumento del valore aggiunto dei settori dell’agricoltura, silvicoltura e pesca e dei servizi, mentre il valore aggiunto dell’industria ha segnato una variazione pressochè nulla. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta.

La variazione acquisita per il 2018 è pari a +0,8%. Ciò significa che se nei prossimi 3 trimestri il Pil dovesse far registrare variazioni nulle, la crescita annuale per il 2018 sarebbe del +0,8%.

Nella sua nota l’Istat sottolinea come “nel primo trimestre del 2018 l’economia italiana è cresciuta allo stesso ritmo dei trimestri precedenti. La produzione del settore manifatturiero e le esportazioni registrano invece alcuni segnali di flessione.”

In particolare il commercio internazionale e l’economia dell’area euro hanno mostrato lievi segnali di rallentamento. L’occupazione è tornata ad aumentare anche se il processo di crescita dell’occupazione femminile ha segnato una pausa. L’inflazione si conferma moderata e in ripiegamento. L’indicatore anticipatore si mantiene su livelli elevati anche se si rafforzano i segnali di rallentamento delineando uno scenario di minore intensità della crescita economica.

In uno scenario che si mantiene in fase di espansione da ormai diversi mesi si sono osservati i primi segnali di rallentamento. Tuttavia prima di esprimere giudizi definitivi bisognerà aspettare i prossimi mesi. Secondo molti analisti l’attuale fase di incertezza potrebbe avere come cause una serie di fattori che potrebbero risolversi positivamente nel futuro prossimo, quali il rafforzamento dell’euro, la minaccia di dazi di Trump e rallentamenti nella fase di fornitura.

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