Macchine utensili, nel 2023 prevista produzione record: un miliardo in più del 2019
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Oltre 20 milioni al giorno, sabato e domeniche inclusi. A dispetto di tutto, crisi della supply chain e boom dei costi dell’energia, balzo dei tassi e dell’inflazione, crisi geopolitiche e rallentamento del commercio globale, per la macchina utensile italiana il 2023 sarà comunque un anno da incorniciare.

Dopo lo scatto a doppia cifra del 2021 confermato l’anno successivo, nelle previsioni di Ucimu-Sistemi per Produrre a dicembre si potrà festeggiare un nuovo record, con la produzione di macchinari lievitata di oltre sei punti a 7,75 miliardi di euro, un miliardo abbondante in più rispetto a quanto accadeva prima della crisi, nel 2019.

Crescita agevolata dal progresso costante avvenuto sui mercati internazionali, con l’Italia al quarto posto mondiale, ma guidato soprattutto dal mercato interno, che così come accade per la produzione realizza i nuovi massimi di sempre.

Il consumo interno di impianti, rilanciato dopo anni di stasi dal robusto pacchetto di bonus fiscali avviato con il piano Industria 4.0, si porta a 6,8 miliardi, il massimo di sempre, due miliardi oltre i livelli toccati nel 2019.

«I risultati di questi ultimi anni – spiega la presidente di Ucimu Barbara Colombo davanti ai soci riuniti nell’assemblea annuale – testimoniano come la macchina utensile italiana esca rafforzata dalla crisi sanitaria, a cui ha fatto fronte in modo più efficace ed energico di molti competitors, a partire dalla Germania». Se la massa di commesse raccolta in passato continua a saturare la produzione, i nuovi ordini sono tuttavia meno brillanti e già il primo trimestre ha evidenziato un calo di quasi 24 punti. Frenata che rende ancora più urgente affrontare le sfide principali del periodo, in primis l’abbinata digitalizzazione-sostenibilità. «Per questo chiediamo, alle autorità di governo, di confermare e potenziare il piano transizione 4.0 che – a nostro avviso – deve prevedere, in via strutturale, un sistema modulare di incentivi fiscali che possano essere tra loro combinati e cumulati e che premino maggiormente chi investe in nuove macchine ove la digitalizzazione è anche abilitatore di sostenibilità». Altra criticità è quella del reperimento di personale preparato a operare nei propri impianti.

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