Nuovo Trasporto Viaggiatori, che controlla il brand Italo, è una società che è stata gestita molto bene, che sta portando risultati importanti. Commenta così Pierfrancesco Vago, presidente esecutivo di Msc alle domande sull’acquisizione della società privata dei treni ad Alta Velocità da parte del gruppo armatoriale con sede a Ginevra. Un colosso che impiega 180 mila persone nel mondo, con 675 sedi in 155 paesi, con 760 portacontainer che scalano 520 porti su più di 260 rotte commerciali, trasportando ogni anno circa 23 milioni di Teu (unità di misura dei container da venti piedi). Lo scorso anno la Mediterranean Shipping Company Holding ha realizzato 86,4 miliardi di euro di ricavi consolidati aggregati, con un utile netto di 36,2 miliardi e un ebitda di 43,2 miliardi.
Che progetti avete adesso?
«Nel rapporto con gli altri soci sono previsti nuovi investimenti. Sicuramente con noi esistono opportunità di realizzare importanti sinergie: con la mobilità dei passeggeri, prima di tutto. Ma anche con le merci, anche perché con le merci stiamo già adesso facendo tantissimo via ferrovia».
Ferrovia-crociera, un legame più stretto rispetto ad aereo-crociera?
«Sempre di più, lo vediamo anche negli altri Paesi europei: il volo a corto e medio raggio viene sempre più soppiantato dalla comodità e probabilmente anche dal minore impatto ambientale del trasporto ferroviario. C’è una logica: nei 20 porti nell’Europa meridionale che Msc Crociere copre con le toccate delle sue navi, vogliamo offrire ai passeggeri la possibilità di imbarcarsi sempre di più vicino a casa, nel Mediterraneo e nell’Adriatico, usando la ferrovia, che è comoda e aiuta la distribuzione dei passeggeri agli imbarchi in scali e per diversi itinerari».
L’operazione Italo è appena stata chiusa in attesa del via libera delle autorità regolatorie europee, ma già si parla di nuove possibili acquisizioni…
«E’ normale, il gruppo Msc è in ottima salute, ha un indebitamento assolutamente sotto controllo e una liquidità invidiabile, realizza utili importanti e le banche fanno a gara a offrirci credito e a proporci affari».
Alpitour, che controlla fra l’altro la compagnia aerea Neos specializzata nei charter, è in vendita, siete interessati?
«Personalmente sono scettico. Ma se dovessero contattarci, un’occhiata la daremmo. Così come facciamo continuamente con le proposte che riceviamo. Il che non vuol dire che poi il business si fa».
E la Tap? Il governo portoghese vuole riprivatizzare la sua compagnia di bandiera…
«Ho letto di Tap. Sugli aerei stiamo investendo, soprattutto sui cargo. Ma è ancora troppo presto per dire qualsiasi cosa: l’annuncio del governo portoghese è appena stato fatto».