Tre magistrati indagati nell’inchiesta su Carige Hanno fatto da «talpe»

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Un altro interrogatorio fiume per l’ex presidente della banca Carige Giovanni Berneschi e la conferma, da Torino, del fatto che tre magistrati liguri sono iscritti nel registro degli indagati per rivelazione di segreti d’ufficio. Sono i due punti chiave della giornata di ieri nell’inchiesta sulla maxi truffa all’istituto di credito genovese. Quella che ha portato in carcere non soltanto Berneschi, il grande vecchio della banca, ma anche altre sei persone fra le quali sua nuora Francesca Amisano e Ferdinando Menconi, amministratore storico del gruppo assicurativo Carige Vita Nuova. L’accusa è per tutti associazione a delinquere finalizzata a truffa e riciclaggio. E dalle intercettazioni depositate emerge una rete di contatti che alcuni degli indagati sostengono di avere, appunto, con magistrati che, a loro dire, avrebbero fatto da talpa.
Tutto ancora da verificare, anche perché su quattro nomi fatti al telefono o nelle intercettazioni ambientali, c’è soltanto un caso nel quale la persona coinvolta partecipa fisicamente alla conversazione. Gli altri tre vengono citati de relato . Anzi, in un caso gli inquisiti non pronunciano nemmeno il nome dell’interessato (comunque identificabile): è il procuratore aggiunto genovese Vincenzo Scolastico, l’unico dei quattro a non essere inquisito. Sul suo conto soltanto il numero di cellulare annotato su un foglio sequestrato nel corso delle perquisizioni, e una frase di Menconi che dice al telefono «chiedo a lui… quasi tutti i sabati beviamo un caffè». Diversa la valutazione per gli altri tre, tutti inquisiti dalla Procura genovese che poi ha inviato gli atti a Torino . Sono Pasqualina Fortunato, giudice spezzino che interviene direttamente in una conversazione fra suo marito, avvocato, e Berneschi che gli stava chiedendo informazioni sull’ipotesi di una indagine a suo carico; Francantonio Granero, procuratore di Savona che Berneschi cita per dire «mi ha consigliato di avvalermi della facoltà di non rispondere» a proposito di un interrogatorio; infine Maurizio Caporuscio, il procuratore di La Spezia al quale la Fortunato e il marito sostengono di chiedere informazioni riservate.
Ieri c’è stato un primo incontro tra i pm di Torino e i loro colleghi liguri e sempre ieri è stato anche interrogato l’ex presidente Carige che aveva promesso rivelazioni da «far tremare il palazzo». Il verbale è stato secretato e c’è chi ipotizza che il motivo stia il suo racconto sulla Fondazione Carige che aveva un credito fra i 7 e i 9 milioni verso lo Ior.

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