Malpensa e autunno demografico i nodi di Varese
Ascolta la versione audio dell'articolo«Quanti? Almeno una decina». «La ricerca può durare sei mesi, anche un anno». «Dodici posizioni aperte su 200, e non si trovano proprio». Claudia Mona (aerospazio), Luigi Galdabini (macchine utensili) e Alberto Ribolla (impiantistica) operano in comparti diversi ma hanno un problema comune: il reperimento del personale.Nodo evidente, quello del mismatch…

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«Quanti? Almeno una decina». «La ricerca può durare sei mesi, anche un anno». «Dodici posizioni aperte su 200, e non si trovano proprio». Claudia Mona (aerospazio), Luigi Galdabini (macchine utensili) e Alberto Ribolla (impiantistica) operano in comparti diversi ma hanno un problema comune: il reperimento del personale.

Nodo evidente, quello del mismatch tra domanda e offerta, in particolare per i profili tecnici, che a Varese è reso ancora più grave dalla “concorrenza” della Svizzera e più in generale dal calo demografico che colpisce il territorio.

Non a caso è proprio questo il tema al centro dell’assise 2023 degli industriali varesini, con il presidente Roberto Grassi (rieletto alla guida di Confindustria Varese per un altro biennio) ad evidenziare i nodi creati dall’autunno demografico le progettualità da sviluppare per migliorare l’attrattività del territorio, con l’obiettivo, tra gli altri, di fare di Varese una wellness destination.

«Le proiezioni demografiche al 2031 – spiega Grassi – ci avvertono che la provincia progressivamente si squilibra. Con una popolazione anziana dai 65 anni in su che toccherà il 27,5% (contro il 24,5% attuale), con una popolazione attiva che potrebbe scendere al 61,5% ed una fascia di giovani attorno all’11%. Un ragazzino ogni 3 nonni circa. I territori che progrediscono sono quelli che conservano vitalità, che hanno in sé l’entusiasmo e la creatività dei giovani capaci di intraprendere sempre nuove iniziative e cambiare il mondo. Di questo abbiamo estremo bisogno anche a Varese. Solo negli ultimi 5 anni sono saliti del 18,4% i varesini iscritti all’AIRE (l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), superando quota 65.000. È come se fossero emigrate le città di Gallarate e Luino messe insieme. E purtroppo non è la sola via di fuga. Su un altro fronte, quello svizzero, ‘perdiamo’ circa 32.000 persone che ogni giorno varcano il confine come frontalieri. L’equivalente della città di Saronno».

Ancora più preoccupante nella provincia è la quota di giovani NEET, un bacino di circa 24.500 tra ragazzi e ragazze (molto più della città di Tradate) tra i 15 e i 29 anni che per diverse ragioni non risultano né occupati né inseriti in un percorso di istruzione. Varese Wellness Destination .

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