Così Mario Draghi, nella conferenza stampa dopo il direttivo della Bce, ha risposto alle domande sullo scontro in corso tra Roma e Bruxelles a proposito della manovra italiana e lo sfondamento del deficit. Una cosa che l’Italia non può permettersi: nei Paesi ad alto debito pubblico, ha infatti ricordato Draghi, “è cruciale il pieno rispetto delle regole del patto di stabilità e di crescita per salvaguardare i livelli di fiducia”.
Ma, ha aggiunto, ‘’resto fiducioso che si troverà un accordo” tra Commissione europea Ue e governo, precisando che questa è una sua opinione personale. Se non altro, perché gli aumenti dei rendimenti sui titoli di Stato italiani peseranno sui costi di finanziamento di imprese e famiglie e al tempo stesso “riducono i margini espansivi” del Bilancio. Insomma, quel che si prende da un lato, con lo sforamento, si perde dall’altro, a causa dell’aumento dello spread e dei tassi di interesse.
Su quale sia esattamente l’impatto degli aumenti dei tassi delle emissioni pubbliche italiane sulle banche “non ho la sfera di cristallo”, ha detto. Si parla di 200 o 300 miliardi di euro in portafoglio. “Ma certamente sono nei bilanci e se si svalutano pesano” sui livelli patrimoniali.
Dunque, ha concluso, “penso che sia semplice buonsenso, che vada nell’interesse pubblico e delle famiglie che le parti convergano verso una qualche forma di accordo”v