Mediolanum proporrà di aumentare la retribuzione per i manager
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Mediolanum propone all’assemblea degli azionisti, che si riunirà giovedì 26 marzo, di aumentare la componente variabile della retribuzione per i manager fino a un rapporto massimo rispetto alla parte fissa di 2 a 1. Lo si apprende dall’integrazione alla relazione illustrativa del cda sul punto 3 all’ordine del giorno dell’assemblea degli azionisti del 26 marzo 2015. L’integrazione arriva dopo che si è chiuso positivamente il procedimento con cui la Banca d’Italia ha effettuato un accertamento riguardante, tra le altre, proprio le modifiche statutarie per le quali gli azionisti sono stati convocati all’assemblea del 26. La quale sarà dunque chiamata ad approvare la relazione sulle politiche retributive, i criteri per la determinazione del compenso da accordare in caso di conclusione anticipata del rapporto di lavoro o di cessazione anticipata dalla carica e la fissazione del limite al rapporto tra la componente variabile e quella fissa della remunerazione individuale.

Con particolare riferimento alla modifica di cui all’articolo 10 dello statuto di Mediolanum Spa riguardante la possibilità di innalzare fino a un massimo di 2:1 il rapporto tra la componente variabile e quella fissa della remunerazione individuale, la società spiega che ritiene opportuno riservare questa possibilità a un numero limitato di soggetti identificati come “personale più rilevante”. Il sistema di remunerazione “rappresenterà un valido strumento volto ad allineare gli interessi del management e quelli degli azionisti, in maniera tanto più incisiva quanto più sarà il valore attribuito alla componente variabile della remunerazione, comunque entro limiti prefissati”. In più, c’è la leva competitiva. “A questo proposito”, si legge nella nota della società diretta agli azionisti in vista dell’assemblea, “si ritiene opportuno poter disporre anche di livelli relativamente elevati di remunerazione variabile”. La proposta di innalzamento della componente variabile è limitata a 11 figure al massimo: responsabili delle business unit, direttori generali, direttori commerciali e amministratori esecutivi (amministratori delegati e vice presidenti) delle società del gruppo.

Il valore individualmente assegnato alla componente variabile “dovrà comunque essere stabilito in considerazione della strategicità della risorsa e della misurabilità dei risultati dalla stessa conseguiti”. Sulla base dei dati al 31 dicembre 2014, considerando il valore complessivo di questa componente eccedente la parte fissa e nell’ipotesi di incremento della parte variabile della remunerazione per tutti i soggetti interessati fino al livello massimo (ipotesi secondo Mediolanum“alquanto remota”), ciò equivarrebbe a un totale di 2,7 milioni di euro lordi, per un costo “aziendale” stimato inferiore a 3,5 milioni di euro. Sono importi che, sempre secondo la nota della società ai suoi azionisti, “rappresentano il 2% circa del costo del solo personale dipendente del gruppo e possono essere raffrontati a un livello di liquidità operativa di 7.580 milioni di euro”, con “assoluta compatibilità e sostenibilità per la società e per il gruppo nel suo complesso”.

Quanto alla rete di vendita, “il sistema di remunerazione deve rappresentare principalmente un elemento di competitività, in grado di trattenere e attrarre le migliori risorse sul mercato, in particolare con riferimento ai ruoli di maggiore responsabilità e impatto sul business”. Dunque, anche riguardo alla rete di vendita, la società ritiene opportuno poter disporre di livelli relativamente elevati della remunerazione variabile, in quanto leva competitiva sul mercato. Anche qui, la proposta d’innalzamento della componente di incentivazione cosiddetta “non ricorrente”, entro comunque il limite massimo del doppio della componente “ricorrente”, è limitato ad alcune figure – 21 al massimo – ossia al responsabile della rete di vendita e ai suoi riporti diretti, sia a livello di sede sia a livello territoriale (regionale). In cifre, stando ai dati al 31 dicembre 2014, ciò corrisponderebbe a un totale di 10,5 milioni di euro, per un costo “aziendale” stimato di pari importo. Cifre che rappresentano il 2,5% circa del costo rete di vendita. Dato il già citato livello di liquidità operativa di 7.580 milioni di euro, Mediolanum ribadisce l’“assoluta compatibilità e sostenibilità per la società e per il gruppo nel suo complesso”.

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