Montepaschi, maxi rimborso al Tesoro per 3,5 miliardi

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Pagare 3,5 miliardi di debiti verso lo Stato, evitare la nazionalizzazione, sia pure parziale, trovare ben 5 miliardi in aumento di capitale grazie ai mercati tornati positivi e allo spread calato di oltre 100 punti, avere la forza di affrontare «la nuova sfida degli stress test» della Bce: i passaggi non erano facili per il Montepaschi, e il presidente Alessandro Profumo e l’amministratore delegato Fabrizio Viola non nascondono la soddisfazione per essere riusciti nella missione.

«Quella di oggi è una giornata storica. Abbiamo versato tre miliardi di Monti bond più 455 milioni di interessi», ha detto ieri Viola (329 di interessi e 125 come sovrapprezzo). «Ci siamo levati un bel peso. Siamo soddisfatti perché abbiamo reso un piccolo servizio al Paese, che ha fatto anche un buon affare», avendo guadagnato circa il 9% sull’investimento nei Monti bond (4,071 miliardi totali), come ha confermato ieri il ministero dell’Economia. E Profumo: «Quando siamo giunti qua non era scontato che riuscissimo a rimborsare gli aiuti di Stato. Ora dobbiamo essere una banca normale che deve far bene». Oggi i due banchieri si godranno il Palio molto più rilassati.
Viola e Profumo ieri hanno parlato a margine del convegno senese di Confindustria, dov’era presente anche Deryck Maughan, membro del consiglio di amministrazione di BlackRock, accreditato di un 3,2% circa di Mps. Ci vorranno circa 15 giorni per avere una mappa completa dei nuovi soci. Per Viola e Profumo l’azionariato sarà «molto diffuso e frazionato, con un’assoluta preponderanza di investitori esteri». Anche la Fondazione Mps, pur ridotta al 2,5%, si è salvata e ha costruito un nocciolo duro di azionisti con l’americana Fintech Advisory (4,5%) e la brasiliana Btg Pactual (2%). Potrebbero essere loro a dettare la linea — insieme con i soci storici come le Coop e Axa — nel prossimo futuro.
La scommessa degli investitori è comunque per una forte ripresa di valore della banca. Il titolo sta già dando soddisfazioni a chi ha sottoscritto le azioni a 1 euro, visto che dopo due giorni post aumento Mps vale 1,53 euro (ieri +8,55%). Una ripresa di valore frutto anche del forte taglio dei costi impresso dal management, pari a circa 600 milioni. Il grosso verrà dalla riduzione del personale di complessive 8 mila unità (4 mila circa già realizzate) secondo l’accordo con la Commissione europea.
Soddisfazione per il buon esito dell’aumento Mps è arrivata ieri dal Tesoro, che è creditore ancora per 1,071 miliardi residui di Monti bond, da rimborsare nel 2015 per 600 milioni e nel 2016 per i restanti 450 milioni. Anche su questi andranno calcolati gli interessi (almeno del 9,5%). Nell’esprimere «il proprio apprezzamento per l’impegno profuso dal management», il ministero guidato da Pier Carlo Padoan sottolinea che l’aiuto pubblico ha «consentito di evitare rischi per la stabilità del sistema bancario» contribuendo al risanamento della banca e evitandone la nazionalizzazione. E ricorda che «durante la crisi finanziaria lo Stato italiano sia dovuto intervenire con misure di supporto al capitale in misura estremamente più contenuta» rispetto agli altri Stati Ue «a testimonianza di un sistema finanziario solido, capace di fronteggiare situazioni di difficoltà profonde e prolungate».

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