Mps va al braccio di ferro su statuto e aumento

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Possibile nuova cura d’urto per il Monte Paschi. Da quanto filtra dai muri di Rocca Salimbeni, la banca starebbe valutando di fare lievitare da uno fino a un massimo di due miliardi l’atteso aumento di capitale e di «rottamare» altri addetti in aggiunta ai 1.660 prepensionati già decisi.

La doppia mossa sarebbe finita ieri sul tavolo del consiglio di amministrazione del Monte, che ha fissato per il 18 luglio l’assemblea per cancellare dallo Statuto il vincolo che blocca al 4% i diritti di voto dei soci privati (19 luglio in seconda). In pratica tutti tranne la Fondazione Mps che, pur a corto di quattrini, resta il primo azionista con il 33,5%. Il board, dopo tre ore di acceso confronto, si è congedato senza alcuna comunicazione ufficiale mentre in Borsa il titolo cedeva lo 0,85 per cento.
Dal nuovo vestito che l’ad Fabrizio Viola e il presidente Alessandro Profumo riusciranno a cucire su Mps dipende tuttavia il definitivo via libera della Comunità all’utilizzo dei Monti bond e quindi, in ultimo, la stessa continuità aziendale, visto che l’intera strategia di rilancio della banca ha fatto leva sui 4 miliardi di aiuti versati dal Tesoro a febbraio. Viola volerà in missione a Bruxelles lunedì con in borsa il nuovo piano di ristrutturazione della banca mentre l’assemblea straordinaria sullo Statuto potrebbe cadere a fine luglio. Profumo e Viola combattono da mesi, ma Siena resta spaccata. Al punto che il neo sindaco Bruno Valentini ha ingaggiato ieri una battaglia preventiva chiedendo, prima che si aprissero i lavori del board, alla banca di astenersi «dal richiedere variazioni» allo statuto finchè non sarà rinnovato il vertice della Fondazione. Il primo cittadino, che è un «renziano», ha anche fortemente criticato l’attuale guida dell’Ente, il cui presidente Gabriello Mancini (ex Margherita) scade ai primi di agosto.
Il nuovo statuto di Palazzo Sansedoni vede la Deputazione generale dimagrire da 16 a 14 posti, ma la metà di questi continueranno a spettare a Comune (4), Provincia (2) e Regione (1) e quindi saranno appannaggio della politica locale, dominata dal Pd. La Deputazione amministratrice scende invece da 6 a 4 consiglieri. Le designazioni devono avvenire entro 35 giorni. Velata apertura sui diritti di voto, invece, da parte del numero uno della Provincia. La geografica del Monte dipenderà comunque dall’aumento di capitale. La Fondazione non ha le forze per sostenerlo e, se fosse confermata l’idea di iniettare 2 miliardi, crollerebbe sotto al 15%. Una debacle per i poteri forti della città del Palio. Per quanto riguarda eventuali tagli al personale, gli occhi sono puntati su lunedì. Il capo delle risorse umane, Ilaria Dalla Riva, ha convocato i sindacati per il punto sul piano di ristrutturazione, che ha già portato ad esternalizzare il back office e a 1.660 prepensionati: gli ultimi esuberi sono scivolati sul fondo solo a inizio mese. Ora, però, si vocifera di un altro migliaio di addetti di troppo.

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