Mps verso altri accantonamenti

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Nuovi accantonamenti in arrivo per il Monte dei Paschi di Siena nei conti del quarto trimestre 2014. L’ammontare non è ancora stato individuato, ma potrebbe non essere di poco conto, considerato che il tetto massimo sono i 3 miliardi di accantonamenti emersi dall’asset quality review e non ancora contabilizzati dalla banca.

Ieri a Siena si è tenuto l’ultimo consiglio di amministrazione dell’anno, definito “di routine”. Anche se si tratta di una routine particolarmente impegnativa, considerate le prove cui è sottoposta la banca (ieri a -1,7% in una giornata tonica per Piazza affari) da quando, quasi due mesi fa, è emerso dagli esami di Bce ed Eba un ammanco di capitale pari a oltre 2 miliardi: in attesa che dalla Bce arrivi il via libera definitivo al piano messo a punto per colmarlo (ieri a Francoforte si è riunito il comitato direttivo, ma il tema non è stato affrontato), a tenere banco restano le implicazioni contabili;?cioè le rettifiche e gli accantonamenti che l’istituto dovrà mettere a bilancio negli ultimi conti del 2014, quelli del trimestre ottobre-dicembre.
A fare il punto, ieri, è stato il presidente Alessandro Profumo in un’intervista rilasciata al quotidiano tedesco Borsen Zeitung. Dopo aver ricordato che il Monte ha già previsto al 30 settembre gli 1,17 miliardi di accantonamenti emersi dalla credit file review, cioè l’analisi dettagliata di un campione di crediti, Profumo ha dichiarato che sugli altri 3,05 miliardi emersi dalle Previsioni statistiche e dalla Collective review (che prevede l’analisi e l’armonizzazione dei modelli di calcolo delle rettifiche collettive adottate dalla banca) sono in corso «approfondimenti» , e che tutte le misure necessarie andranno a gravare sui conti del quarto trimestre. Gli accantonamenti «non avranno impatto sul capitale», ha specificato Profumo, ma ciò non toglie che il tema sia delicato: l’analisi proseguirà nei prossimi giorni, e vedrà coinvolto anche il team ispettivo della Bce. La scelta finale andrà presa entro metà febbraio, quando tutte le banche dovranno inviare a Francoforte le prime risultanze dei conti 2014.
Nella sua lunga intervista con il giornale tedesco, il presidente della Banca si è spinto un po’ più in là del passato nel tratteggiare gli scenari futuri: l’opzione più probabile per il Monte, ha detto Profumo, è quella di un’aggregazione. Con una banca straniera o italiana è indifferente, purché – ha sottolineato – vengano tutelati gli interessi di tutti gli stakeholder.
Smentite le voci di colloqui in corso con potenziali investitori cinesi, per quanto riguarda invece l’aumento di capitale, Profumo ha ricordato che il termine fissato dalla Bce è quello del 6 luglio 2015 e che a livello di commissioni il consorzio di garanzia guidato da Ubs e Mediobanca ha negoziato fee pari a circa il 3%, dunque intorno ai 75 milioni. Sempre che l’ammontare della manovra sia da 2,5 miliardi: come detto, qui l’ultima parola spetta alla Bce e dovrebbe arrivare a gennaio. Sul tema, Profumo ha detto che i 2,5 miliardi decisi dal cda a inizio novembre «sono sufficienti nella situazione attuale». «Se la situazione dovesse cambiare, vedremo», ha poi aggiunto il manager.

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