Nella guerra commerciale tra Cina e Usa l’UE è uno spettatore interessato che rischia di finire nel tritacarne

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Fatca: le banche italiane si adeguano all’Agenzia delle entrate americana cambio euro dollaroI dazi antidumping imposti alle olive spagnole dall’amministrazione Trump rischiano di essere un precedente pericoloso per tutto l’agroalimentare Ue, a partire ovviamente da quello italiano, che in Usa ha il su primo mercato extracomunitario, con un export che vale 4,1 miliardi di euro, di cui oltre un miliardo di solo vino. Il fronte più caldo, però, è ancora quello con la Cina, e l’obiettivo è abbastanza chiaro: riequilibrare la bilancia commerciale degli scambi tra Washington e Pechino, decisamente sbilanciata in favore del Dragone. Per farlo, però, il Governo Usa sembra disposto a tutto, senza fare sconti a nessuno. E così, dopo i dazi su alluminio ed acciaio, imposti dietro il paravento del copyright, ma voluti principalmente per salvaguardare la produzione interna, la nuova escalation mette nel mirino anche i prodotti di largo consumo, per un valore complessivo di ben 200 miliardi di dollari. Non si salverebbe, in questo caso, neanche l’alimentare cinese, dai frutti di mare alla frutta, dalla verdura al tabacco passando per la birra, su cui andrebbe a gravare un’aliquota del 10%. La volontà, come detto, è quella di ridurre il deficit sulla bilancia commerciale dagli attuali 375 miliardi di dollari a 200 miliardi di dollari, adesso c’è da capire come si muoverà la Cina e, soprattutto, come si muoverà l’Europa, in una posizione potenzialmente ottimale e con la possibilità di esportare su entrambi i fronti, a patto che “The Donald” non decida di alzare l’asticella anche sul fronte europeo.

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