Non c’è carenza di spirito imprenditoriale e di idee innovative in Europa
Chi sono le pmi innovative?

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Ma molte start up non riescono a sopravvivere ai primi anni, quelli più critici, oppure vanno a cercare fortuna al di fuori di un mercato – quello dell’Unione – da 500 milioni di potenziali consumatori. Consapevole di questi problemi, la settimana scorsa la Commissione Ue ha alzato il velo su “Start-up and Scale-up”, la nuova iniziativa per aumentare la competitività delle nuove imprese digitali europee.

L’iniziativa poggia su tre pilastri: potenziamento del venture capital privato, modifiche al diritto fallimentare e semplificazione fiscale. Vediamoli più in dettaglio.

Potenziamento venture capital privato. La Commissione e lo European Investment Bank Group stanno lanciando un fondo di fondi paneuropeo di venture capital. L’Unione europea stanzierà fino a 400 milioni di euro e i fund managers dovranno almeno triplicare questa dotazione finanziaria raccogliendo risorse private, fino a araggiungere una cifra minima complessiva di 1,6 miliardi di euro. Queste risorse si affiancheranno a quelle esistenti, come lo European Fund for Strategic Investments (Efsi), il programma Cosme per le piccole e medie imprese e Horizon 2020, altro programma che finanzia ricerca e innovazione.

Modifiche al diritto fallimentare. Bruxelles l’ha definita una «seconda possibilità per gli imprenditori onesti» che non li penalizzi per gli insuccessi precedenti: è una proposta di legge che permette alle società in difficoltà finanziaria di ristrutturarsi in fretta prima di dichiarare fallimento e licenziare il personale.

Semplificazione fiscale. La Commissione sta anche lavorando a una serie di misure in questa direzione, tra le quali spicca la recente Common Consolidated Corporate Tax Base (CCCTB), che mira a facilitare l’espanzione internazionale delle società piccole e innovative. A questa si affiancano progetti di semplificazione dell’Iva comunitaria e di estensione delle best practice europee in fatto di alleggerimento fiscale per il venture capital.

«Vogliamo che le start up europee crescano e restino nell’Unione – riassume il vicepresidente della Commissione per il lavoro, la crescita, gli investimenti e la competitività, Jyrki Katainen – aiutandole a navigare attraverso le barriere normative dei singoli Stati per poter beneficiare in pieno del Mercato Unico». Ma l’oiettivo è anche cercare di migliorare l’accesso ai finanziamenti attraverso un potenziamento degli investimenti privati nel venture capital.

Le prime reazioni all’iniziativa sono incoraggianti. Eurochambres, l’associazione delle Camere di commercio e industria europee, valuta positivamente soprattutto l’idea del fondo di fondi paneuropeo di venture capital, «che ha il potere di leveraggiare maggiori fondi per le Pmi innovative e al alto potenziale di crescita», mentre sull’efficacia di altre misure le perplessità non mancano. Secondo Alberto Abruzzini, ceo di Eurochambres, la priorità numero uno della Commissione deve comunque restare «il completamento del Mercato Unico per merci, servizi, capitali e lavoro».

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