Watly riesce a fare cose straordinarie
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Il suo obiettivo è ambizioso e rivoluzionario: fornire acqua, elettricità e connessione a Internet. Detta così sembra una cosa piuttosto banale, soprattutto ragionando con i paradigmi tipici delle nostre latitudini, ma l’elemento innovativo di Watly è che i suoi servizi vengono erogati dove non c’è nulla, ovvero negli angoli del mondo tagliati fuori dal progresso. Tutto in modo assolutamente autonomo, perché il sistema funziona a energia solare. È questo il punto che rende la start up di Udine una delle aziende più interessanti e promettenti del panorama internazionale, che non a caso ha già portato a casa prestigiosi riconoscimenti come l’European Pioneers, il Premio Corporate Gaetano Marzotto, e l’Horizon2020 che ha permesso di ottenere un finanziamento dall’Unione Europea di circa 2 milioni di euro con il quale è stato costruito il modello pre-industriale. È entrato anche nel programma di accelerazione di E.S.A. (European Space Agency).

“Life, Energy, Future” sono i tre pilastri su cui poggia la mission di Watly. La vita dipende dall’acqua, concetto che nella parte più fortunata del mondo si dimentica molto facilmente; l’energia, la corrente elettrica fornita dal dispositivo, offre la luce, il calore, tutto ciò che migliora la qualità delle nostre vite; il futuro non esiste senza Internet, perché senza la rete non c’è informazione, educazione e progresso. Questo progetto pone le basi per un nuovo paradigma industriale.

 

Cos’è Watly?

È un computer termodinamico alimentato interamente a energia solare. È una stazione di servizio indipendente in grado di purificare l’acqua, fornire energia elettrica off-the-grid e connettività Internet. Si tratta di un sistema autosufficiente che genera la stessa energia di cui ha bisogno per funzionare: non ha bisogno di carburante o di essere allacciato alla rete elettrica. Potete scoprire tutto sul sito ufficiale.

Cosa fa

Watly è scalabile: può essere configurato per diversi usi e consumi. A oggi, un Watly è in grado di purificare fino a 3 milioni di litri d’acqua all’anno e, più in generale, di fornire servizi ad una comunità fino a 3.000 persone. Watly può funzionare come una macchina autonoma ma due o più Watly messi in rete creano una energy net, una vera e propria infrastruttura per portare sviluppo economico e sociale nelle aree disagiate.

Come funziona la depurazione

I pannelli fotovoltaici assorbono la luce del sole, convertendo l’energia solare in elettricità attraverso una batteria interna da 140 kilowatt ora. La batteria mette in funzione un depuratore che prima filtra l’acqua, per poi farla bollire e distillarla. Il depuratore è anche in grado di desalinizzare l’acqua oceanica. Il risultato è un’acqua purificata da virus, batteri, parassiti, senza tralasciare composti inorganici e sostanze velenose come arsenico, benzene e cloro, ma soprattutto senza il bisogno di cambiare filtri o membrane.

Qual è lo scopo di Watly?

Watly ha il potenziale di trasformare radicalmente zone in estrema difficoltà come l’Africa Sub-Sahariana, dove 655 milioni di persone vivono senza corrente elettrica e il 39% non ha accesso all’acqua potabile. Secondo Marco Attisani, il fondatore dell’iniziativa, Watly è capace di portare nel ventunesimo secolo chi finora ne è stato escluso.

Traguardi

L’obiettivo a lungo termine del progetto consiste nell’installare diecimila unità sul continente africano entro il 2024, creando così cinquantamila di posti di lavoro. La maggior parte di questi saranno strettamente connessi all’implementazione e alla manutenzione dei macchinari, il restante all’indotto.

Modello di business

Watly sarà venduto ad aziende, ma anche a Governi e istituzioni nazionali o sovranazionali che lo metteranno a disposizione delle comunità, dove il singolo utente potrà usufruire dei servizi con la formula pay-as-you-go, a tariffe estremamente accessibili. Ogni unità installata genera profitti annuali a partire da 300 mila euro, l’investimento iniziale si ammortizza così in un periodo che va da 1 a 3 anni.

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